Intervista scrittrice Sara Braghin

Intervista autrice Sara Braghin.
Sara Braghin
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La redazione del sito Recensione Libro.it intervista la scrittrice Sara Braghin autrice del libro “Storia di una bugia”

Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Storia di una bugia”, cosa diresti?

“Storia di una bugia” vuole essere diretto, schietto e spregiudicato. Vuole essere ciò che non si ha il coraggio di ammettere, vuole raccontarti la vita dalla prospettiva più scomoda di tutte, ovvero quella su cui nessuno, potendo scegliere, si appollaierebbe mai. Così come vuole raccontarti una storia, semplicemente, che di bugiardo non ha nulla, fatta di personaggi autentici e pieni zeppi di difetti.

Da dove nasce l’ispirazione che ti ha portato a scrivere di ragazzi che vivono agli eccessi e delle loro relazioni?

Sono personaggi che sono sempre esistiti nel mio immaginario. Personaggi ricavati da amori cinematografici, fumettistici, inesorabilmente pulp. L’eccesso fa parte della loro umanità, ho sempre storto il naso di fronte al classico protagonista aitante, perbene, impeccabile. Perché nessun essere umano al mondo è veramente così, senza alcun vizio, debolezza o scheletro nell’armadio. Perché la vita se no sarebbe tremendamente noiosa.

Come hai mosso i tuoi passi all’interno di questa storia?

Parte proprio dai personaggi, che sono nati assieme a me, alla mia passione per la scrittura. Mi sono domandata cosa facessero, cosa avrei voluto fargli fare, l’ho domandato a loro. E loro mi hanno spiegato cosa li ha spinti a conoscersi, cosa li ha costretti ad avere a che fare l’un l’altro, seppur così diversi. Ho ripescato vecchi paragrafi, scritti secoli fa, ho voluto puntare sul loro passato, raccontandolo a ritroso, dando un inizio ed un senso a quest’amicizia così bislacca.

Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?

Che nella vita non si può mai sapere. Cosa ti capita, cosa ti si rompe, cosa diamine ti dice un bel mattino il cervello. Che le tue convinzioni non sono nient’altro che quello: tue. E che quindi, se veramente lo vuoi, puoi rivalutarle in qualunque momento. Sbagliando, magari. O magari migliorandoti, chissà.

C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?

Alla storia in sé sinceramente nulla. Ho cercato di essere coerente il più possibile, di fare combaciare tutto, di non dimenticarmi alcun dettaglio e soprattutto quello che volevo dire – cosa non poco fondamentale – con la speranza di esserci riuscita. Anche le sottigliezze tralasciate in realtà hanno un senso, o meglio, ce lo avranno.

Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “Storia di una bugia”, quali useresti?

Sferzante, energico e coinvolgente.

Perché credi si debba leggere il tuo libro?

Per piacere personale, prima di tutto, che non è mai scontato. Per fuggire un po’ da questa nostra routine deleteria fatta di casa-lavoro-stress, per prendersi del tempo per uscire dall’ordinario. E per leggere tutte quelle parolacce che conosci perfettamente ma che la convenzione sociale invece ti fa incastrare in gola.

Leggendo il tuo libro si avverte una certa influenza da parte degli autori americani. Hai degli scrittori statunitensi a cui ti ispiri?

Assolutamente. Joe R. Lansdale in prima posizione, i suoi personaggi Hap e Leonard trovo siano ovunque, ahimè. In secondo luogo Chuck Palahniuk. Ma anche Frank Miller, se dovessimo slittare nell’ambito fumettistico, affiancato dal rocambolesco Tarantino, se in quello cinematografico.

Quale libro hai letto quest’anno che ti ha maggiormente colpito e consiglieresti?

“La vita intima” di Ammaniti. Al giorno d’oggi non si è mai sufficientemente discreti, mai sufficientemente noi stessi.

Adesso è arrivato il momento di porti una domanda che nessuno ti ha mai fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere.

Vorrei che chiunque leggerà il mio libro si chiedesse se ci sarà un seguito, se non ci sia già. E la mia risposta sarebbe sì.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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