La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Alessandro Manna autore del libro “Meritiamo un’altra vita”
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Meritiamo un’altra vita”, cosa diresti?
È uno spaccato di quella che è o può essere la vita di tutti noi.
Da dove nasce l’ispirazione che ti ha portato a raccontare questa storia intima, che ha sicuramente del personale ma in cui molti possono ritrovarsi?
Avevo intenzione di scrivere un romanzo “rosa” ma non sapevo da dove iniziare. L’idea mi è partita dalla canzone di A. Venditti “Nata sotto il segno dei pesci”. La ricantavo tra me e me fino a quando non ho deciso di prendere un brano della canzone “Meritiamo un’altra vita” di cui è fatta menzione nel racconto.
Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Come mi sono specchiato io, credo che la storia sia in un modo in un altro simile a tutti noi. Forse anche se nella vita si fanno delle scelte non tutte trovano delle soluzioni (non credo che sia un discorso per pochi). Il personaggio Ale alla fine si trova coinvolto in un loop di pazzia dal quale aveva tentato di uscire.
Cosa ti piace di più di ciò che hai scritto? Una frase in particolare, un capitolo, un concetto, un personaggio?
È, appunto, il brano della canzone. I due personaggi Ale e Rita, che hanno background diversi, capiscono che è il momento di dare una svolta alla propria vita.
Avresti voluto aggiungere qualcosa al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
Il libro è stato oggetto di tanti ripensamenti ma quando è stato pubblicato mi sono detto che andava bene così, senza ulteriori modifiche. Lo riscriverei nello stesso modo.
Se Alessandro Manna dovesse utilizzare tre aggettivi per definire “Meritiamo un’altra vita”, quali userebbe?
Credo che, forse, sia più il lettore a definire quello che ho scritto.
Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Da ragazzo non è che leggessi molto. Forse poco o niente. Ma andando avanti con gli anni ne ho avvertito la necessita e mi sono anche rimproverato di non averlo fatto prima.
Quale romanzo hai letto quest’anno che ti ha maggiormente colpito e consiglieresti?
Ho letto “Gita al Faro” di Virginia Wolf e mi è piaciuto come ha trattato i cambiamenti che si verificano in una famiglia nell’arco di 10 anni. Ho tentato di leggere i 49 racconti di Hemingway ma sono lì sul comodino perché, a differenza de “Il vecchio e il mare” non riesco ad andare avanti più di una pagina. Ho ancora letto il primo racconto di Flaubert “Memorie di un pazzo”. Ho “Moby Dick” che ho iniziato a leggere ma non so quando finirò e se lo finirò. Ho da ultimo letto un thriller. Ho poi comprato dei racconti di Maupassant ma non so che fine abbiano fatto. Se comunque dovessi consigliare un libro la mia scelta andrebbe di nuovo su “Il circolo Pickwick” di Dikens.
Adesso è arrivato il momento di porti una domanda che nessuno ti ha mai fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere
Anzi vorrei dire… la domanda che mi fanno un po’ tutti: “Perché scrivi, non vedi che è solo una perdita di tempo?” La scrittura l’ho scoperta sotto una diversa forma, non più come quella di avvocato, ma come modo di parlare ai sentimenti. Forse è un sogno vedermi di fronte a una o più persone che ne parlino con me.