Per iniziare… raccontaci qualcosa di te, qualcosa che vorresti che i nostri lettori sapessero prima di entrare in contatto con il libro che hai scritto.
Mi chiamo Camilla e questo nome lo detesto da sempre. Fa pensare a una merendina alle carote e – nota di colore – io ho proprio i capelli tendenti al rosso.
No! Questo è l’inizio del libro! (ormai vivo una sorta di sdoppiamento della personalità…) Scherzi a parte. Dunque, vediamo… Mi chiamo Manuela Bussaglia, sono nata a Roma, classe dichiarata 1973 (anche se piuttosto una donna preferirebbe svelare le misure del proprio tacco). Ho una Laurea in Comunicazione e “ad honorem” in Shopping ed Estetica Applicata. Sono una degustatrice professionista di vino, sushi e noccioline. Mi sono sposata nel 2004 con un uomo sardo con il quale condivido la passione per la moto (da passeggera, ovviamente).
In un periodo di economie rovesciate e di relazioni sempre più intricate, questo racconto narra ironicamente vicissitudini d’amore e d’amicizia che si intrecciano con il mondo del lavoro e i suoi assurdi riti. È la cronaca rosa di un maldestro inseguimento di un sogno, pensato per un pubblico che desidera trascorrere qualche ora di onirica leggerezza. Un romanzo che ha anche i sapori di una bella regione italiana, la Sardegna, e del suo colorito popolo dallo spiccato “orgoglio isolano”.
Il tuo libro è ironico, a tratti divertente, ma tocca temi importanti, quali soprattutto la precarietà. La difficoltà dei ragazzi di oggi nel cercare un amore vero e un lavoro stabile è il motivo che ti ha spinto a raccontare questa storia o c’è dell’altro?
Mi piace osservare la realtà che mi circonda e tradurla in scrittura. Ovviamente aggiungo un pizzico di fantasia. Scrivere è un po’ come cucinare: davanti ai nostri occhi ci sono sempre così tanti ingredienti! Miscelandoli con cura e passione si può creare una meravigliosa torta. (Ohibò) Pessimo paragone: io non so cucinare! Comunque per citare Walt Whitman “Che tu sei qui, che la vita esiste e l’identità, che il potente spettacolo continui, e che tu puoi contribuire con un verso” (“Citazone Whitman” batte “stupido paragone torta”: 2 – 0).
Cosa vorresti che il lettore cogliesse entrando in contatto con le parole del tuo libro?
La leggerezza e l’ironia. Ce n’è così bisogno in questi giorni…
Che valore ha questo libro per te?
È una mia creazione. È una spremuta (non riesco ad astenermi dal paragone culinario…) di tanti anni di parole scarabocchiate al vento.
C’è qualcosa che ti rispecchia o ti appartiene in questa storia?
Come cito nella prefazione: “Ogni riferimento a luoghi, vicende, aneddoti e soprattutto persone è volutamente premeditato, assolutamente non casuale e attentamente mirato a chi ci si saprà riconoscere. Poco in questa storia è frutto della fantasia e forse troppo attinge alla dolce verità”.
Hai qualche nuovo progetto in corso che vuoi anticipare ai lettori di Recensione Libro.it?
Ho sempre un progetto in corso. Dal primo vagito credo. Al momento sto scrivendo il seguito del libro. Se non lo faccio, la mia estetista (che lo ha letto) smette di prendersi cura di me. Vuole sapere come si evolvono alcune storie…
Qual è il romanzo che ti ha “rivoluzionato” la vita conducendoti alla scrittura?
Via col vento” di Margaret Mitchell. L’ho letto nel periodo adolescenziale (… pochi, pochissimi anni fa, ehm… diciamo…) e mi ha colpito molto la forza di una donna contro le difficoltà della vita. Ecco. Camilla (la protagonista del mio romanzo) per certi versi è un po’ come una Rossella O’Hara moderna. Alla ricerca dell’amore vero (per fortuna non idealizzato in nessun pallido e striminzito Ashley) e della stabilità economica (un posto di lavoro stabile oggi vale più di Tara, fidatevi!)
Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Nessuno. Leggere fa bene comunque: allena l’anima.
Adesso è arrivato il momento per porti da sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
La domanda è: Vorresti vincere un Oscar?
Ora capisco che è ovvio che nessuno me l’abbia mai posta, visto che non so raccontare neanche una barzelletta, figuriamoci recitare…
Comunque, la risposta sarebbe “Sì certo! Ma solo per poter sfilare sul red carpet, in perfetto equilibrio su un vertiginoso stiletto, indossando un preziosissimo ed esclusivo capo d’alta moda creato e cucito solo per me, al dolce richiamo di: the winner is…. Manuela Bussaglia”