1. Per iniziare… raccontaci qualcosa di te, qualcosa che vorresti che i nostri lettori sapessero prima di entrare in contatto con il libro che hai scritto.
Che dire… sono una persona piuttosto semplice, ma amo il divertimento e adoro intraprendere nuove esperienze, da quelle comuni alle più folli. Credo che la vita sia troppo breve e bisognerebbe quindi fare tutto ciò che il nostro cuore ci suggerisce, per sfruttarla appieno.
2. Dovendo riassumere in poche righe la trama dell’opera “Il Viola di Alex” cosa diresti?
Il romanzo narra la storia di Alessandra, una giovane donna che cerca di accettare se stessa e soprattutto di farsi accettare dalla società nella quale vive. Durante la sua vita passerà attraverso svariate esperienze, alcune negative, quali la violenza, il lutto, l’alcool e la droga, altre positive, come l’amicizia, il sesso e l’amore.
La prima parte del romanzo è piuttosto drammatica e tratta la vita dalla protagonista durante la sua difficile infanzia, fino all’adolescenza. Nella seconda metà, quando riuscirà a lasciarsi il dramma alle spalle, inizierà a vivere diverse esperienze sessuali, fino a scoprire che, oltre all’odio e alla violenza, esiste anche qualcuno che saprà donarle amore.
3. Nel tuo libro racconti storie fuori dal coro, in cui si evidenzia il lato bigotto della nostra società su molti argomenti attuali. Credi che questa situazione di stallo e di chiusura si possa superare? E se sì, in che modo?
Diciamo che, nonostante sia il 2013, la nostra società è ancora piuttosto prevenuta per quanto riguarda la diversità. Le persone accettano di vedere sesso e donne mezze nude ovunque, ma quando entra in gioco l’accettazione per il diverso, diventano bigotte e puritane.
Per quanto riguarda il cambiamento, spero sinceramente che la chiusura mentale svanisca e che gli esseri umani diventino più flessibili di fronte a ciò che fuoriesce dai loro schemi di vita. Dovrebbero rendersi conto che, oltre ai comuni mortali, esistono anche persone fuori dai soliti canoni, che hanno il loro stesso diritto di vivere ed amare chi più desiderano.
4. Cosa vorresti che il lettore cogliesse entrando in contatto con le parole del tuo libro?
Vorrei che si immedesimassero nelle esperienze della protagonista, per meglio capire come ci si possa sentire quando gli altri rifiutano la tua natura, usando rabbia e violenza, impedendoti di esprimere te stesso come vorresti.
5. “Il Viola di Alex” è un libro sull’omosessualità e sull’amore. Cosa ti ha indotto a voler raccontare questo piccolo-grande mondo spesso ignorato, ma che ci riguarda da vicino?
Nella mia vita sono passata attraverso moltissime esperienze e ho vissuto sulla mia pelle molti dei drammi che tormenteranno la vita di Alex. Ho deciso di scrivere questo libro per far sì che tutti possano rendersi conto che la violenza NON è il modo ideale per impartire lezioni di vita e se tutti gli uomini decidessero di amarsi l’un l’altro, mettendo da parte l’odio, vivremmo tutti in un mondo migliore.
6. Il titolo “Il Viola di Alex” è significativo e, anche se in maniera velata, riesce a suggerire qualcosa sull’argomento trattato. Ci vuoi spiegare da dove nasce e con quale intenzione viene utilizzato?
In realtà il titolo doveva essere “La Viola di Alex”, poiché è proprio Viola, che aiuta Alessandra ad esplorare appieno se stessa, però l’articolo “La” non mi convinceva molto, poiché mi faceva in mente un libro basato sulla musica. Così ho deciso di cambiarlo, mettendolo al maschile, trasformando “Il viola” in un colore.
Per ricollegarlo però al nome di Viola, sul titolo del libro viene riportato in maiuscolo. Per quanto riguarda invece la scelta in se del colore, è stata fatta perché il viola è sempre stato il colore del lesbismo. In passato le donne omosessuali si riconoscevano tra loro mostrando fazzoletti viola e al giorno d’oggi le bandiere del movimento arcilesbica sono dello stesso colore.
7. Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?
In realtà ho iniziato a scrivere da piccola, quando andavo ancora alle elementari, e in quel periodo leggevo più che altro i romanzetti per bambini del battello al vapore, che adoravo. Poi, crescendo, sono passata a cose un po’ più impegnative e adatte ad un’età più adulta. Quindi credo che non sia stato un solo libro a “rivoluzionare” la mia vita, ma l’insieme di ciò che mi ha donato la lettura, aiutandomi a vedere la vita e il mondo attraverso svariati punti di vista, alimentando i miei pensieri e i miei sogni.
8. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Non voglio denigrare un libro in particolare, poiché credo non sia giusto verso i miei “colleghi” scrittori. Penso però che un libro debba saperti rapire dal primo all’ultimo capitolo e, se non dovesse riuscire nell’intento, vuol dire che il nostro animo e quello dello scrittore in questione non sono affini, quindi andare avanti a leggere sarebbe inutile.
9. Adesso è arrivato il momento per porti da sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Probabilmente quando gli altri mi chiedono “Ma ti sei inventata tutto o c’è qualcosa di reale che hai vissuto in prima persona?”, in realtà vorrebbero domandarmi “Quindi sei lesbica?”. Non so perché abbiano tanta paura di chiedermelo, probabilmente perché, nonostante credano di essere aperti mentalmente, una sorta di chiusura la mantengono comunque.
In ogni caso, non voglio rispondere direttamente alla loro domanda “indiretta”. Vorrei solo dire che ho tanta immaginazione, ma non fino al punto di immaginarmi cosa accade nel rapporto sessuale tra due donne e le emozioni che si possono provare, quindi… tirate voi le somme.