1. Per iniziare… raccontaci qualcosa di te, qualcosa che vorresti che i nostri lettori sapessero prima di leggere La Stella della Fantasia.
Sono di Castel del Bosco, un piccolo borgo vicino Pisa. Sin da giovanissimo sono stato attratto dall’oriente, all’età di sedici anni ho iniziato un percorso sul benessere psicofisico che mi ha portato nel corso degli anni ad avvicinarmi alle filosofie orientali. Nel 2006 poi mi sono anche avvicinato alla letteratura per bambini.
Nel mio libro “La Stella della Fantasia” ho cercato di unire questi due mondi: ogni favola è legata con una morale strettamente legata agli insegnamenti filosofici orientali.
2. Dovendo riassumere in poche righe il tuo libro, cosa diresti?
Direi prima di tutto che è un libro fantasioso e psicologico, un libro che si articola in dieci favole per bambini e dieci pensieri per grandi. Poi direi che è un libro che cerca di mantenere vive quelle fantasie che abbiamo dentro di noi ma che con il corso degli anni si sono lasciate “impolverare” dalla quotidianeità. Ma la polvere non può restare per sempre così, con un po’ di fantasia, possiamo farla volare via tornando ad essere felici e gioiosi come quando eravamo bambini.
3. Il tuo libro è una raccolta di favole per bambini accompagnate da delle belle immagini realizzate da Anna Lisa Gneri. Come mai hai deciso di scrivere queste storie per i più piccoli?
Il motivo per cui ho scritto queste favole l’ho capito dopo: a volte nella vita capiamo il motivo di certi avvenimenti dopo che sono successi e questo per me è uno di questi casi. Ho sempre pensato che la mente sia il più potente strumento in nostro possesso, in grado di poter farci fare quello che vogliamo. Partendo da questa idea ho scritto dieci favole collegate a dieci pensieri che possano riuscire a produrre dei cambiamenti nella mente del lettore.
Cambiamenti che se vengano ricordati anche dai più piccoli, in un modo o nell’altro saranno un aiuto positivo durante il corso della loro vita. Anna Lisa Gneri mi è stata di grande aiuto in tutto questo riuscendo a interpretare questi dieci favole con dei magici disegni.
4. Cosa ti piacerebbe che grandi e piccini cogliessero leggendo queste favole?
Vorrei che i grandi cogliessero il vero senso psicologico dei dieci incipit e mi piacerebbe che i bambini capissero i dieci insegnamenti che sono celati all’interno di ogni favola. Sarebbe anche molto bello se cogliessero il vero senso del libro e del titolo … ma questo non posso dirvelo altrimenti vi svelerei il finale…
5. Quanto credi siano importanti le fiabe per sviluppare nei bambini la percezione della bellezza e della meraviglia?
Penso che le fiabe siano molto importanti in questo: spesso pensiamo che i bambini abbiano bisogno di coltivare bellezza e meraviglia quando invece siamo noi adulti ad essercene dimenticati e, di conseguenza, pensiamo che sia qualcosa da coltivare e sviluppare solo nei bambini. I bambini sono pura gioia, e se decidiamo di ricordarcelo e di ritornare a quello stato interiore forse saremo più in grado di far conservare quello stesso stato anche ai bambini.
6. Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?
In realtà non c’è un romanzo che ha rivoluzionato la mia vita, perché sinceramente non amo quel genere di lettura. In più, da bambino i libri non sono mai stati la mia simpatia e quando capivo dalle dimensioni che ne avevo ricevuto uno in regalo non aprivo neanche il pacco. Evidentemente sapevo che non era ancora il momento di avere a che fare con quel genere di cose! A parte questo ci sono dei testi che ho apprezzato più di altri come “Il Piccolo Principe”, “Peter Pan” e “Il Gabbiano Jonathan Livingston”, tutti libri che oltre a raccontare delle storie possono comunque insegnarci qualcosa.
7. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Credo che non esista un libro che non consiglierei mai a nessuno! Penso che dietro ogni scritto siano nascosti dei piccoli insegnamenti, a volte più apprezzati altre volte meno, ma pur sempre frutto di emozioni che, in un modo o nell’altro, lo scrittore ha fatto passare dalla mente al foglio.
8. Adesso è arrivato il momento di porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Nessuno mi ha mai chiesto “Chi è realmente il personaggio chiamato Mamavàs?” oppure “Perchè Mamavàs è l’unico personaggio del libro ad avere ogni lettera del nome di un colore diverso?”.
Mamavàs, che troviamo nella seconda e nell’ultima favola, è forse il personaggio più importante: è una sorta di guida spirituale. Nella seconda favola lo è per Giulia, la bambina protagonista, e nell’ultima aiuta tutti i bambini, protagonisti delle nove fiabe precedenti, nel percorso che li porterà a vivere sulla Stella della Fantasia. Mamavàs rappresenta il nostro vero essere, la stella delle nostre fantasie, il custode di tutti i nostri pensieri.
In ogni storia del mio libro il protagonista ha il nome scritto non in nero, come di consueto, ma in un colore brillante: verde, celeste, rosso e così vai. Per Mamavàs, invece ho scelto di usare un colore per ogni lettera che compone il nome usando i sette colori dei Chakra e dell’arcobaleno.
Il nome stesso, inoltre nasce proprio dai nomi dei Chakra, i sette punti energetici più importanti del corpo umano. L’accento è sulla penultima lettera poiché la sesta lettera rappresenta il sesto Chakra ovvero il terzo occhio che per noi esseri umani ha un’importanza particolare.
Il nome “Mamavàs” deriva da un intreccio fra le lettere iniziali e finali dei sette nomi partendo dalla prima lettera del primo:
M u l a d h a r a (chakra 1 situato alla base della spina dorsale)
V a d h i s t h a n A (chakra 2 situato sotto l’ombelico)
M a n i p u r a (chakra 3 situato allo stomaco)
A n a h a t A (chakra 4 situato all’altezza del cuore)
V i s u d d h a (chakra 5 situato alla gola)
A j n A (chakra 6 situato fra le sopracciglia)
S a h a s r a r a (chakra 7 situato sopra la testa)
Mamavàs in sostanza rappresenta la nostra vera energia, il “sé”, quell’energia che ci attraversa ogni istante aiutandoci nel nostro percorso su questo pianeta sia quando siamo di fronte a cose materiali e reali sia quando siamo di fronte a fantasie o sogni che non abbiamo ancora accettato di definire come reali ma che comunque, dentro di noi, sappiamo che vale la pena vivere!