Di cosa parla “L’impiegato Deluso” di Giovanni De Liso
Il romanzo dello scrittore napoletano Giovanni De Liso, “L’impiegato Deluso”, non racconta di disoccupazione, tema ampiamente trattato nella letteratura degli ultimi anni, ma di aspirazioni lavorative deluse, poiché il protagonista, che lavora nella pubblica amministrazione, crede di essere arrivato e di non poter sperare in null’altro di meglio.
Giampiero Deluso, però, si trova a dover fare i conti con una realtà insoddisfacente, poiché incontra sul suo cammino disinteresse, noncuranza, poca competenza e soprattutto la mancanza di una prospettiva di crescita.
“L’impiegato Deluso” è un romanzo che indaga nei meandri del lavoro moderno. Giovanni De Liso con ironia, ma riuscendo a far riflettere, mostra una realtà piena di lassismo, in cui gli impiegati, spesso incompetenti, si trascinano tra lavori inutili.
Per Deluso il sentimento di soddisfazione in questo luogo di lavoro non esiste, così come non c’è la possibilità di crescita e realizzazione professionale, tanto che sarà costretto a cercare altrove ciò che credeva di aver raggiunto con quell’impiego.
Altrove però le cose non sono come sembrano e l’impostazione lavorativa si mostra ugualmente snervante e deludente, ma quando il percorso intrapreso sembra essere definitivo e privo di slanci, qualcosa accade e lo scenario cambia.
L’ironia con cui lo scrittore Giovanni De Liso affronta “L’impiegato Deluso” riesce a tenere viva l’attenzione del lettore su un argomento interessante e mostrato da un punto di vista sicuramente diverso da quelli osservati finora. Il libro è una finestra su uno spaccato di vita lavorativa in cui la corruzione, l’incapacità, la mancanza di entusiasmo, di organizzazione e di prospettive mette fuori gioco gli impiegati.
“L’impiegato Deluso” è un romanzo astuto, in cui il meglio che ti possa capitare è dare le dimissioni.