Di cosa parla “DNA” di Rodolfo Viezzer
Lo scrittore Rodolfo Viezzer già con “L’uovo” ci ha proiettato in una realtà in cui tempo e spazio sembrano non avere confini. Anche nel suo romanzo “DNA” ripubblicato dall’Aracne Editrice c’è una sovrapposizione di storie e la realtà e la fantasia si confondono.
In “DNA” Viezzer ci conduce laddove non esiste una dimensione, in un non-luogo che potrebbe essere il futuro.
Per quanto leggendo la storia ci sembri di osservare gli effetti della fantascienza, c’è un progetto ben preciso in questo libro di Viezzer: dimostrare come chi non crede di avere alternative sia succube degli altri e che il potere del più forte prevarica portando conseguenze di sfruttamento e mancanza di libertà.
“DNA” è un romanzo molto particolare, in cui non esiste una storia soltanto, ma più realtà e fantasie che si intrecciano, e non si riesce a definire il tempo.
C’è una madre che aspetta il figlio rientrare da scuola, ma l’attesa diventa asfissiante, c’è una ricercatrice che lavora a un programma per confrontare i codici genetici degli uomini e si scontrerà con una verità impressionante. C’è chi va alla ricerca della propria salvezza, chi cospira per preparare il totalitarismo.
E poi ci sono gli interessi dei più forti, di quelli che decidono a favore del singolo e non della collettività. Le multinazionali che pensano solo alla loro crescita e al loro tornaconto, così come la Scienza che può creare, ma può anche distruggere.
Rodolfo Viezzer con “DNA” ci pone dinanzi a noi stessi. “DNA” è un libro complesso, affascinante, attraverso cui il lettore si troverà a porsi delle domande sul modo di vivere che abbiamo, su ciò a cui andremo incontro, sul potere accentrato nelle mani dei potenti e sul rischio che si palesa dinanzi agli occhi di perdere la nostra libertà. Perché accettare ciò che ci viene propinato come il meglio, può diventare pericoloso nel momento in cui il popolo non comprende di essere soggiogato dalla dittatura, non capendo che esistono delle alternative.