1. Per iniziare… raccontaci qualcosa di te, qualcosa che vorresti che i nostri lettori sapessero prima di entrare in contatto con il libro che hai scritto.
Potrei partire dicendo che campo lavorando come elettricista, non certo come scrittore. Che la mia prima attività è quella di padre e di marito. Che da bravo romagnolo mi piace ammassare e stendere la pasta col mattarello creando tagliatelle, orecchioni e quant’altro. Non c’è molto da dire.
2. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro di racconti “Una nuova vita” cosa diresti?
Che i miei racconti sono lo specchio della nostra società; quella tenuta un po’ più nascosta, in disparte, anche se ora per colpa di questa crisi queste storie di emarginazione sono venute a galla e sono ben visibili. Ma non sono solo questo i miei racconti, anzi, li vedo meglio vestiti con un abito di speranza, di puro amore. Mi piace dare una possibilità a chi sembra oramai perduto.
3. Da dove nasce l’idea che ti ha spinto a scrivere questa raccolta di racconti così attuale?
Più che un’idea è una necessità. Quando sei circondato dal dolore e tu stesso ne fai parte, di quel dolore, ti inizi a fare delle domande e cerchi anche delle risposte. E comunque mi piace guardarmi attorno, osservare le persone e raccogliere le mie sensazioni, in questo modo nascono i miei racconti.
4. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il tuo libro? Quale significato non del tutto esplicito vorresti potesse cogliere?
Che c’è sempre un’altra possibilità. Come traspare anche dal titolo, quello che lega questi racconti è la svolta che avviene nei personaggi in un momento di forte crisi. Ognuno a suo modo, c’è chi decide di farla finita, chi finalmente riesce a dire quello che non è mai riuscito ad esternare, chi si abbandona alla solitudine e chi si lascia trascinare da un nuovo amore.
Una famiglia in crisi non deve per forza desiderare la morte del compagno per sentirsi viva o libera, e nemmeno scappare dai propri figli, c’è un altro modo per affrontare i problemi ed è accettare e arrendersi. La resa, ma non nel mero lato negativo che la parola può suscitare, ma bensì la resa come consapevolezza, come ricerca per stare meglio, per essere felici.
5. Nei racconti presenti nel libro “Una nuova vita” non c’è spazio per la falsità né per volti dietro cui nascondersi. Ciò che si legge va dritto al punto. Come mai hai raccontato la vita in maniera così dura?
Penso che inizialmente molti dei personaggi che racconto hanno una maschera, e proprio questo li tormenta, fino ad arrivare a un punto in cui per una (causa o un’altra) sono costretti a gettarla; e qui nasce la durezza della mia scrittura. Quando arriva il momento del faccia a faccia le cose devono essere dirette e chiare, ma non per questo perdere la poesia che si cela nel tutto. La mia scrittura sì è dura, ma penso sia anche poetica.
6. Nonostante la crudezza dei racconti, il lettore può ritrovare verità quotidiane che o vive in prima persona o può cogliere nell’esistenza di chi gli sta accanto. Come sei riuscito a ritrarre così bene la realtà in cui viviamo, senza lasciarti investire da sentimentalismi?
Io scrivo di sentimenti, descrivo le emozioni, io osservo la donna che viene violentata e pongo il lettore davanti a delle considerazioni, lasciandolo libero di giudicare; ma come dicevo, penso che la durezza dei racconti sia sempre avvolta da un senso d’amore.
7. Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?
Il romanzo che mi ha rivoluzionato è: “Un altro giro di giostra” di Tiziano Terzani, ma non mi ha introdotto nella scrittura, non penso che ci siano libri che ti invogliano a scrivere, magari ce ne sono alcuni che ti indurrebbero a smettere per colpa della consapevolezza che non arriverai mai a scrivere così bene. Terzani mi ha aperto delle porte nuove, mi ha (detto) che tutto è possibile, dipende solo da noi.
8. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Tutti i libri possono stare in libreria, tutti possono pubblicare il proprio libro, il problema è un altro, sappiamo tutti ormai che in Italia non si leggono i libri e se gli unici letti devono essere libri di cucina, beh, c’è poco da scrivere.
9. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
La domanda che mi faccio spesso è come possa essere possibile che nessuno sia felice. Come possa essere possibile che non troviamo più motivo per gioire, invece di inveire. La risposta purtroppo non l’ho ancora trovata.