Di cosa parla “Lettere d’amore alla Scozia” di Alexander McCall Smith
“Lettere d’amore alla Scozia” è il continuo del libro “44 Scotland Street”, il fortunato romanzo di Alexander McCall Smith in cui le vite dei personaggi si incrociano nelle strade di Edimburgo. In questo nuovo capitolo McCall Smith rimette in moto i suoi personaggi spostandoli dal numero 44 di Scotland Street e trascinandoli per le strade della città a contatto con la vita di tutti i giorni.
Si scopre così che Domenica, l’antropologia amica del pittore Angus Lordie, ha temporaneamente lasciato il suo appartamento all’amica Antonia per svolgere una ricerca sui pirati malesiani. Angus, il suo amico di sempre rimasto solo ad Edimburgo, fatica ad intrattenere la nuova inquilina, con la quale scatta subito una certa antipatia.
Allo stesso tempo la dolce Pat è costretta a cambiare casa per aver messo gli occhi sul fidanzato della coinquilina. Trascorsi i due anni sabatici, Pat decide finalmente di seguire i corsi all’Università, non immaginando che la sua vita potesse essere rivoluzionata con tanta forza da una scelta apparentemente normale.
Il suo datore di lavoro, il gallerista Matthew, cerca di darle una mano con consigli e affettuosità che tradiscono il suo innamoramento. Matthew, però, è troppo timido e insicuro per riuscire a conquistare Pat, anche se le cose stanno evolvendo in un modo che non aveva previsto.
In “Lettere d’amore alla Scozia” c’è ancora chi vive al numero 44 di Scotland Street, come il piccolo Bertie, bambino prodigio costretto dalla madre a vivere una vita da adulto. Tutte le vite dei protagonisti di “Lettere d’amore alla Scozia” hanno un minimo comune denominatore: Edimburgo. La città accoglie i suoi cittadini, li coccola e li bacchetta fornendo loro sempre una giustificazione per le scelte fatte.
Il romanzo di Alexander McCall Smith racconta la città di Edimburgo con gusto e stile sobrio: nessun superlativo, nessuno slancio eccessivo. Il tono di McCall Smith è sempre pacato e carezzevole, avvolgente. L’autore pecca di eccessiva lentezza, facendo muovere poco i suoi protagonisti e lasciando molto spazio al non detto. Una scelta stilistica indubbiamente interessante ma che appesantisce notevolmente il romanzo “Lettere d’amore alla Scozia” non facendolo mai decollare.