Di cosa parla “American sniper. Autobiografia del cecchino più letale della storia americana” di Chris Kyle, Scott McEwan e Jim De Felice
Da qualche giorno nelle sale cinematografiche italiane è uscito il film American Sniper diretto da Clint Eastwood e tratto dal romanzo “American sniper. Autobiografia del cecchino più letale della storia americana” di Chris Kyle, Scott McEwan e Jim De Felice.
Il libro sta già facendo discutere il mondo letterario e piovono critiche pesanti da parte dei lettori italiani che spinti dal film e dal successo preannunciato hanno letto “American sniper. Autobiografia del cecchino più letale della storia americana”.
Chris Kyle, interpretato nel film da Bradley Cooper, soprannominato durante la guerra in Iraq dai suoi compagni la Leggenda, è stato per dieci anni, dal 1999, membro dei Navy SEAL americani. Il suo record da cecchino registrato tra gli sniper americani, è stato quello di aver ucciso il più alto numero di persone. Un record di cui non andare fieri.
Soprannominato la Leggenda dagli amici e il diavolo di Ramadi dai nemici, Chris Kyle aveva imparato a usare le armi da piccolo durante la caccia con il padre. Si arruolò da giovane nei SEAL e mandato in guerra dopo l’11 settembre 2001 in Iraq, la guerra del terrore voluta da Bush.
Il libro “American sniper. Autobiografia del cecchino più letale della storia americana” rappresenta la storia raccontata in prima persona da Kyle, che si compiace nella narrazione dei tanti morti che ha fatto durante la guerra e addirittura prova rimpianto per non essere stato l’artefice di più caduti.
La vita privata dell’American sniper si intreccia con le scene sul campo, violente e tragiche raccontate da un individuo che appare insensibile e pericoloso, fiero del suo ruolo per l’America. Chris Kyle nel 2009 decise di abbandonare la sua carriera militare per dedicarsi alla famiglia e ai figli e per aiutare i reduci di guerra.
Il destino ha poi scritto per lui un finale diverso da quello che ci si sarebbe aspettato, perché il protagonista di “American sniper. Autobiografia del cecchino più letale della storia americana” è stato ucciso un anno dopo l’uscita in America di questo libro da un veterano colpito da disturbo post-traumatico.
Se il libro in Italia lascia molto perplessi i lettori, anche per il modo semplice e superficiale in cui è scritto, il film di Clint Eastwood sembra invece aver convinto gli spettatori che hanno potuto vedere il punto di vista di chi la guerra l’ha vissuta ed è stato profondamente cambiato da ciò che ha fatto o subito.