Chi è lo scrittore Renato de Lucia autore del libro “Sanno di vento”
Renato De Lucia, campano di nascita, lombardo di adozione, vive a Bergamo, dal 1983, con sua moglie Annamaria, il figlio Dario e Ciak, il golden retriver che da dieci anni fa parte della famiglia. Ha insegnato Storia e Filosofia.
Si è sempre interessato di letteratura, storia, filosofia e di psicoanalisi. La sua tesi di laurea, intitolata “Lutto e colpa nel rapporto con la figura femminile”, era incentrata, infatti, sulla lettura psicoanalitica di due opere di Dostoevskij, “Delitto e Castigo” e “La mite”.
Scrive da sempre ed ha partecipato, dagli anni Settanta in poi, a diversi premi letterari ma il riconoscimento maggiore l’ha ricevuto da Franco Loi, di cui lamenta l’assenza. Il Maestro l’ha laureato poeta, apprezzando il suo lavoro ed incoraggiandolo sempre a scrivere.
Renato De Lucia ha pubblicato sei raccolte di poesie:
“Poesie” presso l’editore Gabrieli di Roma, 1975. “Dalla solitudine dicendo “edizioni Eura Press. Milano 1988. “Eppure, sono nato “Fondazione Mario Luzi. Roma 2015. “Mi porto dentro “Portoseguro. Milano 2020. “Sanno di vento”. NeP editore Roma 2023. “Crescono i gerani” Controluna 2024.
Quarta di copertina “Sanno di vento”
Una selezione di testi, editi ed inediti, scritti nell’arco degli anni. Poesie d’amore, intimiste, poesie civili, poesie che parlano di donne o di amici che se ne sono andati, del tempo che passa, parlano anche di cani, cioè di tutto quello che chiamiamo vita, nella ferma convinzione che la scrittura costituisca sempre un atto politico e che la dimensione del privato e quella del politico non possano mai davvero essere disgiunte. Dalla prefazione al mio “Eppure sono nato”, riporto le parole di Mattia Leombruno che così descrive la mia produzione: “A volte, l’ambientazione è a carattere onirico, metafisico, non certo per un mero atteggiamento stilistico ma proprio per tale trasposizione dell’umano in poesia, della poesia fatta stessa icona d’una esperienza incarnata. Lungo i versi è esplicitato il contraltare della vita, quello squilibrio d’esistenza che tenta di conciliare le opposte sponde, i suoi divergenti lati: la vita e la sua assenza, la lievità e la sottrazione dei giorni.
Quarta di copertina “Crescono i gerani”
La silloge di liriche comprende una selezione di testi scritti nell’arco degli anni. Accanto, infatti, a liriche più recenti, espressioni più mature del percorso esistenziale dell’autore e che evidenziano pure l’evoluzione del linguaggio, la raccolta comprende anche poesie giovanili. Si tratta di poesie d’amore, intimiste, poesie civili, poesie che parlano di donne o di amici che se ne sono andati, del tempo che passa, parlano anche di cani, ovvero parlano di tutto quello che chiamiamo vita, nella ferma convinzione che la scrittura costituisca sempre un atto politico e che la dimensione del privato e quella del politico non possano mai davvero essere disgiunte.