Chi è la scrittrice Rossana Rotolo autrice del libro “Una Pancrazia a Berlino”
Mi chiamo Rossana Rotolo e sono nata a Torino nell’ormai lontano 1977.
Rossana Rotolo è il mio nome all’anagrafe ma Jane Pancrazia Cole è quello con cui sono conosciuta in quasi tutto il web e non solo. È con questo nome che mi sono fatta conoscere in quello che un tempo era il mio Blog: Radio Cole. Diversi anni fa, prima dei social, quando su internet tutti usavano uno pseudonimo. Il mio era così pazzo ed efficace che mi è ancora rimasto appiccicato e in molti mi chiamano così anche nella vita offline.
Mi occupo da quasi quindici anni di comunicazione e scrittura.
Ho iniziato nel mondo dell’editoria, dell’arte e della divulgazione, per poi specializzarmi come freelance nel marketing e nella scrittura creativa. Due mondi distanti ma che hanno in comune lo storytelling, la narrazione. E io ho sempre amato raccontare storie e anche aiutare gli altri a fare lo tesso.
Vivo in una casa caotica e colorata, con un marito cabarettista, una figlia chiacchierona e un cane che ha sempre fame. Una casa piena di libri e di parole. Il posto perfetto per me.
Nel 2024 l’autrice Rossana Rotolo ha scritto il libro “Una Pancrazia a Berlino”
Quarta di copertina del libro “Una Pancrazia a Berlino”
Hai mai avuto bisogno di una fuga drastica dopo una delusione amorosa? E se questa fuga portasse a Berlino, nel cuore di un’epoca senza smartphone, senza social media e senza tutte le ansie degli ultimi vent’anni?
Con “Una Pancrazia a Berlino”, Rossana Rotolo ci accompagna in un’avventura tenera e esilarante: è la fine 1999 e una telefonata non proprio romantica (“Non credo sia tu la donna della mia vita”) la catapulta in una crisi esistenziale. E qual è il rimedio perfetto? Partire per l’Erasmus!
Tra risate, nostalgie e situazioni imbarazzanti, scopriamo il mondo di Rossana (Pancrazia per gli amici), una studentessa torinese in preda a smarrimenti, nuove amicizie e piccole epifanie nel cuore di una Berlino in fermento.
In questo diario di viaggio unico e semiserio, che tiene traccia di sei mesi trascorsi in Erasmus tra il 2000 e il 2001, l’autrice ci racconta il bello (e il brutto) di una vita lontana da casa, tra battute taglienti, riflessioni profonde e quell’ironia che rende speciale ogni esperienza.