Di cosa parla Cella 1312 di Daniele Caroleo
Il libro Cella 1312 di Daniele Caroleo, pubblicato da Eclettica Edizioni, si inserisce nel contesto dei romanzi distopici che al pari di 1984 di Orwell e Ritorno al nuovo mondo di Huxley, anche se con uno stile diverso, ci proietta in una realtà soggiogata dal potere, in cui tutto ha un prezzo: una società in cui ogni cosa può essere e deve essere comprata.
Il romanzo Cella 1312 è ambientato nel 2079 e l’autore Caroleo ci conduce all’interno della cella di massima sicurezza in cui il protagonista è rinchiuso affrontando e subendo sentimenti contrastanti e riflettendo sui motivi per cui è tra quelle mura prima di conoscere la sentenza.
La pena sarà diffusa attraverso la televisione, il potere è completamente nelle mani di un Governo che gestisce finanche i pensieri di ogni membro della Società, controllati da un microchip. I rapporti tra gli individui sono regolati sempre dal Governo, che ha deciso che le relazioni devono essere vissute virtualmente.
Di fatto non esiste la libertà e a causa dell’eccessivo inquinamento, conseguenza dello sviluppo messo in atto con costruzioni e sfruttamento, la natura non rende più i suoi frutti e la gente si nutre con degli integratori.
Affinché le assurde regole imposte dal Governo siano rispettate si mette in atto la repressione attraverso i Custodes e un terrorismo psicologico che non dà manovre di libertà, ma più di tutto il potere è detenuto grazie alla manipolazione delle informazioni. Il potere centrale fa tutto questo a danno dei suoi cittadini instillando nelle loro menti una motivazione precisa: solo così si può raggiungere il Bene Comune e diventare una Società Perfetta.
La gente in fondo crede nel progetto, è felice di quel che succede, certa che in questo modo e solo così si possa tendere a una società migliore e più giusta.
L’uomo rinchiuso nella cella 1312 si è ribellato al potere, con l’intento di essere quanto meno di esempio per gli altri cittadini, che hanno bisogno di guardare alla realtà dei fatti, alzare la testa e avere il coraggio di combattere contro un Governo che li ha ridotti a burattini, privandoli di qualsiasi libertà.
Il prigioniero sa di avere le ore contate ma nonostante ciò sa che rifarebbe tutto quello che lo ha condotto alla cella.
Per quanto la storia narrata Daniele Caroleo sia lontana dalla nostra realtà, sono molte le somiglianze che si possono trovare tra i due tipi di società, la nostra e quella raccontata dall’autore, poiché anche noi ci stiamo avviando sempre più a una spersonalizzazione individuale e a una cessione dei poteri e delle libertà a favore dei potenti: governi, banche, industrie farmaceutiche sono ormai i padroni del mondo.
Quel che vogliono farci credere è ben diverso da ciò che sta accadendo nelle nostre società, proprio come avviene nel libro Cella 1312: “La chiamano la ‘Comunità Perfetta’, dove ognuno di noi viene controllato costantemente, in qualsiasi ambito della propria vita. Le azioni, anche le più banali, di ogni singolo individuo, vengono tutte, per l’appunto, indirizzate da loro, nella cosiddetta ricerca del Bene Comune.”
E così i cittadini di questa Comunità che tende alla perfezione si sono ritrovati a vivere in un luogo in cui ci sono “Tribunali speciali, sentenze sommarie senza possibilità di appello e quasi immediate, poteri praticamente illimitati per i tutori della legge, sostanziale eliminazione di ogni tipo di libertà e di diritti primari ed il rigido controllo piramidale” e in cui “hanno ridotto la società odierna ad essere composta da milioni di cittadini inermi e assolutamente inoffensivi, di fatto assoggettati e piegati al volere di pochi ‘eletti’, che però eletti non lo sono mai stati.”
Da amante dei romanzi distopici e di realtà alternative mostrate attraverso una rivoluzione che il più delle volte è un’involuzione, ho trovato Cella 1312 di Daniele Caroleo un libro davvero interessante, pieno di riflessioni giuste e intelligenti.