Di cosa parla “Cento giorni sul comò” di Pino Tossici
Il libro “Cento giorni sul comò” di Pino Tossici pubblicato dalla casa editrice BookSalad è un’autobiografia, ma non nel classico senso che s’intende, perché in questa storia la scrittura è utilizzata come mezzo per raccontare di sé, ma anche per inventare storie, per rendere la lettura piacevole e svincolata dalla pesantezza che un’autobiografia può rendere. Soprattutto la scrittura è un momento di libertà che l’autore si concede per ritrovare la strada verso casa.
Peppino, il protagonista del libro “Cento giorni sul comò” è un bambino che ama sognare, le cui scelte a volte appaiono senza senso, ma dietro cui si nascondono le sue verità e necessità. La madre ha un ruolo particolare nella sua vita, sempre presente, a volte sin troppo.
Ma “Cento giorni sul comò” è anche un libro che parla di ciò che avvenne in un’Italia degli anni ’50 e ‘60 ancora in ginocchio dopo la guerra, che si avvia, però, con orgoglio e fatica alla ripresa, al boom economico.
Lo scrittore Pino Tossici racconta di sé, di quello che ne è stato del bambino che aveva cento giorni nella fotografia immancabile che teneva sul comò, ma anche di quello che accadde alle altre persone e alla società dell’epoca.
“Cento giorni sul comò” è un libro che attraverso una scrittura scorrevole e ironica ci mostra la vita privata del protagonista, ma anche quella degli altri personaggi che popolano la storia, il tutto senza dimenticare di raccontare dei luoghi che hanno visto compiersi l’esistenza di quegli attori.