Di cosa parla “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi
Lo scrittore Carlo Levi, conosciuto da tutti i lettori per la bellezza del suo romanzo “Cristo si è fermato a Eboli”, insieme all’antropologo Ernesto De Martino e al giornalista Giuseppe Fiore portano avanti una cultura meridionalistica in anni in cui dominavano ideologie e utopie rivoluzionarie.
“Cristo si è fermato a Eboli” dello scrittore Carlo Levi è un romanzo sui generis che assume il punto di vista dell’epopea popolare in cui i personaggi si fanno portatori di passioni arcane e sentimenti contrastanti.
Trama libro “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi
Levi parla di un viaggio che lo conduce al “principio di un tempo”, raccontando l’incontro con un popolo che pareva vivere in un’altra Storia, che non conosceva il progresso ed era radicato alle proprie origini e alla propria terra: si tratta dei contadini del Mezzogiorno.
Carlo Levi attribuì alla Basilicata descrizioni e “colori” che ancora oggi ci affascinano ricordando le sue parole.
I suoi sono racconti pre-umani e lo scrittore cerca di conferire spiegazioni razionali a un mondo fatto di magia e superstizione.
I contadini e i signori che descrive abitano in due realtà storiche separate, che non si toccano mai. Due realtà che non si sfiorano perché il mondo in cui vivono è statico e pre-storico.
La quotidianità di questi uomini e queste donne si racchiude in riti, formule, incantesimi e filtri di ogni genere che occupano la mente di questa gente e che vedono nel medico, pittore e scrittore Carlo Levi una minaccia per il loro labile equilibrio.
La notte, la gente si chiude nelle proprie case perché catturata dalla paura del buio e da tutti quegli spiriti bizzarri (monachicchio in primis), gli unici a dare loro il senso della trascendenza.
Commento libro
“Cristo si è fermato a Eboli” segna lo spartiacque verso un’età e una società umana sconosciuta.
A Eboli si ferma la ferrovia e il “primo vero mondo”, quello storico conosciuto dagli uomini di cultura. Il mondo che Levi deve abbandonare perché costretto ad abbracciare valori e ideali di una terra di (con) fine, non nota a politici e letterati.
Il patriota Levi incontra forti difficoltà d’integrazione. Non riesce a coltivare la sua precedente vita perché proiettato in un Sud con tempi, modus vivendi e mentalità arcaiche.
In questo mondo, Levi è l’uomo bizzarro, colui che si aggira per luoghi ameni con la sua tavolozza e… dipinge, che con la sua borsa medica non può curare i malati del luogo.
“Cristo si è fermato a Eboli” è un romanzo autobiografico scritto da Carlo Levi tra il dicembre 1943 e il luglio 1944 quando fu condannato al confino lucano per ideologie anti-fasciste, prima a Grassano e poi a Gagliano. La sua opera diventa un film nel 1979, che viene diretto da Francesco Rosi e interpretato da Gian Maria Volontè.
Il film omonimo fu presentato al 32imo Festival di Cannes come film fuori concorso, riscuotendo enorme successo negli anni.
Recensione scritta da Concetta Paduli