Trama, recensione e commento libro Da un punto all’altro del cerchio di Massimo Rigamonti
Da un punto all’altro del cerchio di Massimo Rigamonti è un libro che raccoglie racconti e poesie.
Dal titolo esplicativo questo libro vuole raccontare il percorso o, meglio, il viaggio che ogni individuo intraprende.
La nostra vita per Massimo Rigamonti è metaforicamente un cerchio e noi ci muoviamo da un punto all’altro quotidianamente. Durante il corso della nostra vita i cerchi delle persone trovano dei punti di contatto.
Facendo propri i racconti di quest’opera, il lettore si renderà conto come questa figura geometrica prenderà forme differenti dal normale. Per questo avremo la sensazione che il cerchio abbia più dimensioni, non sarà una figura piatta, ma multidimensionale e che crea movimento.
Leggendo Da un punto all’altro del cerchio saremo a volte pesce, a volte gatto, a volte situazione paradossale. Saremo una donna che cerca Perlopiù per avere risposte alle grandi domande della vita.
E tra le righe di questo libro troveremo messaggi che portano alla riflessione: “Le vie del mondo portano a perdersi, portano a sbagliare, portano a piangere. Non sono lineari e non riusciamo a camminare senza uscire da esse. Loro portano sempre in qualche dove ma poco importa, perché non è questo il loro scopo. Indicano solo il cammino come questa piccola strada. Vedi? Dove in fine c’è solo un muro. Ma non farti ingannare, in realtà non è così. Le vie non conoscono ostacoli”.
Commento libro
I racconti di questo libro sono bizzarri, spiazzano soprattutto se non si presta attenzione alla storia. Le vicende narrate sono brevi, veloci e d’impatto.
Se il lettore si ferma ad ascoltare con attenzione le voci dei protagonisti, si renderà conto che c’è un messaggio che troneggia su tutto. La vita non ha un inizio, un percorso e una fine, a volte si parte dal traguardo per tornare indietro. Altre si fanno giri enormi per essere sempre allo stesso punto. In alcuni casi si incontrano ostacoli che sembrano insormontabili, ma alla fine sono porte.
Insomma, l’apparenza inganna, il viaggio spesso è più importante della meta e la fine potrebbe essere l’inizio di altro.