Di cosa parla “Dalla parte di Swann” di Marcel Proust
Il romanzo “Dalla parte di Swann” è il primo dei sette libri che compongono la raccolta: “Alla ricerca del tempo perduto”, scritta tra il 1913 e il 1927 dallo scrittore francese Marcel Proust.
“Dalla parte di Swann” racconta al contempo sia la storia di un’epoca sia quella di un’anima.
In questo libro emerge l’abilità di Proust nell’osservare e descrivere i paesaggi, però ciò che risalta maggiormente è la sua grande capacità di analisi interiore dei personaggi.
La sua poeticità s’intreccia con i grandi temi della vita: memoria, amore, gelosia, tempo, morte ecc…
I protagonisti del romanzo “Dalla parte di Swann” – tranne i domestici – sono la caricatura del mondo borghese e aristocratico, e quindi viene mostrato il loro lato snob.
La vita interiore dei personaggi descritti da Proust è molto ricca e in continua evoluzione, a cui, però, si contrappone la visione statica della società: vuota e superficiale.
Dato che l’uomo è un flusso continuo di sentimenti ed emozioni, solo il passato rappresenta una ricchezza intonsa e indelebile.
La felicità è come un Paradiso perduto che solo la memoria ha il potere di far rivivere.
Marcel Proust scava nell’abisso dell’animo, questa è la peculiarità dei suoi scritti, realizzati sempre in prima persona, tranne ne “Un amore di Swann”.
Il brano più bello e rappresentativo del libro è l’episodio della “madeleine”, che riassume un aspetto per lo più psicologico del protagonista.
Nello scorrere della memoria, Proust riassume la sua stessa infanzia, quando trascorre un lungo periodo a casa di una prozia, a Combray, circondato da un gran numero di parenti e amici. In quei frangenti ricorda la fragranza e i sapori della cucina della domestica Francoise.
Nel romanzo “Dalla parte di Swann” non c’è una vera forma di comunicazione orale, tutto si svolge sotto la superficie, nell’interiorità.
Marcel, da ragazzo era discolo e indisponente, ora, invece, in una serata tetra e grigia, mentre sorseggia una tazza di tè, la sua mente va al dolce sapore delle madelaine innaffiate dal decotto di tiglio che gli preparava la zia quando era piccolo.
Emerge dalla profondità dell’oblio la sua infanzia e con essa ritorna il tempo perduto. È lì che Marcel pone le basi della sua conoscenza, in quei sapori, colori, profumi… ricordi.
Secondo lo scrittore francese Proust, il ricordo raccoglie e racchiude in sé il vero significato della vita, che arriva e poi si ferma nel cuore, dove diventa “poesia”.
Il documentario realizzato da Attilio Bertolucci sulla vita di Marcel Proust, dal titolo “Alla ricerca di Marcel Prost”, ha un sapore storico, in cui ritroviamo la testimonianza della governante e di alcuni suoi amici.
Recensione scritta da Concetta Padula