Di cosa parla “Dia-Ferenze” di Riccardo Dri
“Dia-Ferenze” di Riccardo Dri è un libro complesso in cui saranno tante le domande che si porranno i lettori, interrogativi che sopraggiungeranno con la lettura del testo e che l’autore ci porterà a comprendere.
Nel libro di Riccardo Dri si tocca con mano il persistere di un dualismo in continua lotta, come quello tra Bene e Male, ma anche tra luci e tenebre, tra il tangibile e lo spirituale, tra l’essere e il non essere e il sacro e il non sacro.
Come lo stesso titolo del libro “Dia-Ferenze” dice, in quest’opera si parla di divisione, che è al principio dell’identità, poiché definisce. Senza distinzioni tutto apparirebbe caotico e incomprensibile.
In “Dia-Ferenze” si parla del significato del sacro, dell’importanza di una guida che faccia da intermediario, degli errori mossi dalla religione che hanno portato un vuoto incolmabile nell’uomo.
Ma ciò che sembra volerci dire Riccardo Dri più di ogni altra cosa è che in origine non esistevano le dia-ferenze, poiché all’inizio esisteva un intero, tutte le divisioni sono venute dopo, con il linguaggio che definendo le cose, dandogli un nome, ha crea le dia-ferenza.
Lo scrittore Riccardo Dri prosegue nella sua analisi sulla divisione e la non divisione, partendo dall’origine e cogliendone tutte le sfumature, partendo soprattutto dal pensiero di molti filosofi che si sono occupati dell’argomento.
La conclusione del libro “Dia-Ferenze” conduce il lettore a comprendere come la religione non è più un rifugio confortante per l’anima dell’uomo, ma conduca gli individui ad affrontare la vita in solitudine fino ad avvicinarsi sempre di più alla catastrofe.