Di cosa parla Eccomi di Jonathan Safran Foer
La parola Eccomi, che è anche il titolo del l’ultimo romanzo di Jonathan Safran Foer, è la metafora paradossale del non esserci. Tutti i protagonisti del libro provano a fare del loro meglio per vivere qui e ora, per far parte realmente della famiglia e della società in cui si trovano, ma in fondo non ci riescono.
A distanza di dieci lunghi anni, dopo il successo editoriale e cinematografico del bestseller Molto forte, incredibilmente vicino, uno dei romanzi più belli degli ultimi tempi, Jonathan Safran Foer ritorna con Eccomi, appena pubblicato in Italia dalla casa editrice Guanda.
Questo libro scava in profondità, analizza con cura di dettagli emotivi e psicologici i vari membri di questa famiglia all’apparenza unita e solida che con lo scorrere delle pagine diventano a tratti intangibili, lontana dalla realtà in cui si trovano a esistere e soprattutto distaccati dagli altri elementi.
Non c’è alcun giudizio intrinseco nelle parole dello scrittore, che anzi sembra semplicemente voler ritrarre una famiglia come tante, a volte percepita per le sue bizzarrie, altre per la sua normalità, che a lungo andare mostra le sue falle e le fragilità tipiche della maggior parte delle persone.
Eccomi sembra riportare alla luce la classicità di storie che abbiamo letto nel passato, con una visione reale e lucida da parte dello scrittore di ciò che racconta sulla famiglia, come se stessimo leggendo un libro di Thomas Mann o i più recenti La trilogia della pianura di Kent Haruf, Stoner di John Williams o Olive Kitteridge di Elizabeth Strout.
La trama del romanzo ruota per la maggior parte del tempo attorno a una famiglia, composta da marito e moglie, Jacob e Julia, e i loro tre figli. I genitori appaiono molto presto con le loro vere identità; si mostrano subito con le debolezze e divergenze a causa di un evento scatenante, hanno opinioni e pensieri contrastanti sugli stessi argomenti e questo viene percepito anche dai figli.
I ragazzi vivono consapevolmente un’esistenza in cui c’è tanta distanza tra quella che è la quotidianità e ciò che desidererebbero per loro stessi. All’interno delle mura domestiche si percepisce una crisi che è sempre più invadente, così come quella collettiva che colpisce la società.
Ciò che dà un primo scossone a Eccomi è il sopraggiungere di alcuni parenti della famiglia da Israele e un terremoto in Medio Oriente, che tra le altre cose è la causa scatenante che porta all’invasione dello Stato israeliano.
Tutto questo delirio sociale, culturale e familiare conduce i protagonisti della storia a prendere coscienza di se stessi, sia in relazione alla propria interiorità, sia agli altri membri della famiglia, ma in particolare al cospetto di regole sociali e crisi internazionali che appaiono ingestibili.
Quello che ne emerge è ciò che normalmente si trova sotto, infossato, nascosto, tutto quello che fa parte della propria identità e del proprio istinto attraverso insoddisfazioni, delusioni, possibili tradimenti, disubbidienze, ribellioni e follie vaneggianti da parte di alcuni personaggi.
Dovendo paragonare Eccomi ai precedenti romanzi di Jonathan Safran Foer, in particolare a Molto forte, incredibilmente vicino, possiamo ritrovare tante pecche nell’ultimo libro dello scrittore, soprattutto un coinvolgimento emotivo più fragile, così come la mancanza, in certi passaggi, di poesia e commozione. Ma per quanto Eccomi non sia intenso e coinvolgente come il penultimo libro di Safran Foer, sicuramente questo mostra il grande talento da parte dell’autore di guardare con minuziosa attenzione alla famiglia e alla società moderna.
Ogni personaggio diventa essenziale e quasi indistinguibile dal resto, ogni contraddizione è scandagliata con passione e il contorno dato dalla società diventa parte integrante delle decisioni o non decisioni prese dai protagonisti.
Indubbiamente di questo libro se ne sta parlando molto, soprattutto tra i critici, e ancora per tanto tempo se ne sentirà discutere, indubbiamente il romanzo ha qualche pecca per il coinvolgimento che a volte il lettore perde lungo la via, ma sicuramente Eccomi è un libro di spessore, ricercato, intelligente, forse scritto più con la testa che con il cuore.
Questa potrebbe essere una di quelle opere che solo con gli anni si capirà fino in fondo, come se fosse un passo avanti rispetto alle altre, come già avvenuto in passato, quando alcuni grandi romanzi erano criticati duramente nell’istantaneità e poi rivalutati dal tempo.
Concludo la recensione di questo libro con due citazioni che potrebbero farvi riflettere:
“Le persone buone non fanno meno cose sbagliate, sono solo più brave a scusarsi.”
E ancora:
“… tu non sei capace di dire: ‘Sono un uomo sposato. Ho tre figli meravigliosi, una bella casa, un buon lavoro. Non ho tutto quello che voglio, non sono stimato quanto vorrei, non sono ricco o amato come potrei desiderare, ma sono questo, e scelgo di esserlo, e ammetto di esserlo’. Non sei capace di dirlo. Ma non sei neanche capace di ammettere che ti serve di più, che vuoi di più. E non solo non lo ammetti con gli altri, non sei capace di ammettere la tua infelicità neanche con te stesso.”