Da “Il mistero d’Arcadia” di Simona Tassara, seconda classificata nella categoria “Libri inediti” al Concorso Letterario Autore di te stesso – Premio Campi Flegrei
-Claude Balestier-
Mia sorella esaminò la busta color zafferano con aria meditabonda.
-Ti dice qualcosa, James?-
Alzai lo sguardo, sorpreso.
-Claude Balestier, hai detto? Sei sicura?-
Emily mi fulminò con un’occhiata.
-Non ci si può sbagliare, con un nome così- replicò -Claude Balestier. White Shepherdess, Cape… Cape Emerald, ecco- fece una pausa, riannodò il fascio corposo della corrispondenza e lo gettò sul mio scrittoio -Lo conosci?-
-Un vecchio amico- biascicai -Non ci vediamo da anni-
-Bè- la udii constatare, con voce piatta -Ti ha scritto-
Mi tese la busta.
White Shepherdess, Cape Emerald. Claude Balestier.
Da molto tempo non ricevevo sue notizie. Da quello che mia sorella s’incaponisce a voler descrivere come “il nostro bizzarro esilio coloniale”, per l’esattezza. Dall’estate del trentadue.
E adesso questo, mi venne da pensare mentre gli angoli immacolati del foglio si frantumavano fra le mie dita.
-Che ti prende, James? Sei nervoso?-
Una lettera, che diamine. Lui che odia scrivere.
Aprii la busta.
Sul mio onore, non so quali romantiche stramberie mi figurassi di portare alla luce: una rivelazione sconvolgente, forse, o un’accorata richiesta di aiuto. Roba da cinematografo, ad ogni modo, perché, lo confesso, dietro al mio aspetto (sfacciatamente) borghese si cela un animo sognatore e incline al sentimentalismo. Avrei rinunciato di buon grado alla mano destra pur di trovarmi catapultato in una fosca e tormentosa avventura d’altri tempi. Un eroe malgré moi.
Sbagliavo.
Claude m’invitava semplicemente a trascorrere un paio di settimane nella sua proprietà sulla costa meridionale della Cornovaglia. Il Paradiso, James!, diceva la lettera. Ma le ferite non guariranno senza di te. Senza contare, amico mio, che mia moglie non vede l’ora di conoscerti: è una fanatica della civiltà greca, riesci a crederlo?… mia moglie?, trasecolai.
E al contempo scossi la testa.
-Qualcosa non va, James?-
Ripiegai il foglio e lo ricacciai nella busta senza curarmi delle pieghe originarie.
-Niente affatto. Al contrario, Emily, direi che si tratta di buone notizie-
Qualche secondo di silenzio, per creare la giusta atmosfera.
-Me ne vado in Cornovaglia-