“Toglimi una curiosità: dove hai trovato il libro?”, domandò Giorgio alla bella interlocutrice.
“Lungotevere, dieci giorni fa… Stavo fotografando tutto quello che mi capitava a tiro e all’ennesima foto mi sono accorta di aver colto un particolare che ad occhio nudo non avevo notato. Sul muretto di fronte a me c’era lui, il libro! Così mi sono avvicinata e… sono diventata la numero 8”.
“Ma chi l’ha lasciato lì, l’hai visto?”, chiese incuriosito Giorgio.
“Un certo Annibale, il numero 7 della lista, ma io non ho visto nessuno… un nome curioso, non pensi?”.
“Annibale a Roma? Beh, se non è strano questo. Certo sarebbe divertente capire chi sono queste persone, dove e come hanno trovato il libro… e cosa li ha spinti a non gettarlo via”, disse Giorgio riguardando la lista, “guarda qui, alcuni nomi sono assurdi”.
“E tu ti chiami Giorgio!”, disse Ginevra buttando anche lei uno sguardo alla lista e indicando con il dito laccato la firma in fondo alla pagina dopo la sua.
“Già! Giorgino per gli amici, ma mi sa che sono amici di qualcun altro, perché a me Giorgino fa veramente schifo!”.
“Allora sarai Giorgio! Giorgio e basta”.
Dopo due minuti Ginevra riprese a parlare, prima esitante, poi con uno slancio di sorriso: “Giorgio, ma secondo te il numero sette… questo Annibale… è una persona… rintracciabile?”
Bastò questo.
Un enorme sorriso si dipinse sul volto del ragazzo. Erano già entrambi sul treno Eurostar delle 10.15 per Roma, quando Giorgio sentì l’eco della sua risposta: “Ne sono sicuro”.