Trama e recensione del libro Figlie del mare di Mary Lynn Bracht
Figlie del mare, pubblicato dalla casa editrice Longanesi è ambientato nel 1943 sull’isola di Jeju in Corea. Le forze di occupazione dell’esercito imperiale giapponese controllano il territorio. Hana, la sorellina Emi e la loro madre si recano furtivamente in spiaggia ogni mattina.
Sono delle haenyeo, donne del mare, lavorano autonomamente, si immergono nelle profondità del mare per raccogliere cozze, alghe, polpi e qualsiasi altro mollusco su cui riescono a mettere le mani.
Sono donne forti, indipendenti, autosufficienti. Sono addestrate a diventare haenyeo sin da piccole, proprio come ogni generazione di donne coreane dell’isola prima di loro.
È un onore per Hana ed Emi seguire le orme delle loro antenate. Nel romanzo Figlie del mare di Mary Lynn Bracht il vero protagonista, da un lato, è il mare. Narrato nella sua bellezza attraverso le immersioni delle due ragazze. Dall’altro lato, però, il romanzo è testimonianza della cattiveria e della brutalità del regime giapponese in Corea.
L’autrice Mary Lynn Bracht denuncia i crimini perpetrati dall’esercito soprattutto nei confronti delle donne. Simbolico in questo senso è l’episodio narrato nelle prime pagine quando Hana, sette anni più grande di Emi, la nasconde e la difende da un soldato giapponese, e viene rapita.
Lei non ha idea di dove sarà portata ma le riecheggiano nella mente le parole della madre: “Loro non devono mai vedervi! E soprattutto, non fatevi mai trovare sole con uno di loro!”
Quello che segue è la storia di Hana, simile a molte migliaia di giovani donne coreane prese e portata a servire i giapponesi e a essere “donne di conforto e compagnia”.
Il romanzo di Mary Lynn Bracht è raccontato alternando la straziante storia di torture e abusi subiti da Hana – e il dolore devastante della sorellina Emi per averla persa – e la determinazione a ritrovarla, cercandola per oltre cinquant’anni.
Commento del libro Figlie del mare
Figlie del mare è una storia emozionante, coinvolgente, avvincente. Mary Lynn Bracht ha dato voce alle oltre 200.000 presunte donne che sono state strappate dalle loro case, violentate, brutalizzate per anni e anni dal regime giapponese in Corea.
Le loro storie – quasi mai raccontate per pudore, per paura e soprattutto perché la maggior parte di loro non sono sopravvissute e le loro famiglie non hanno mai saputo che fine hanno fatto, – trovano con questo romanzo finalmente giustizia.
White Chrysanthemum, titolo originale di quest’incantevole e al contempo spietato romanzo di Mary Lynn Bracht per l’argomento trattato, va letto e apprezzato per onorare le donne haenyeo che hanno perso la loro dignità, la loro vita il loro futuro.
Recensione libro scritta da Milena Privitera