Recensione Libro.it intervista lo scrittore Giuseppe Ponzi autore del libro Anche la notte ha i suoi colori
1.Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro Anche la notte ha i suoi colori, cosa diresti?
E’ il racconto di un lungo viaggio che, superando i confini di un difficile presente, riesce a configurare paesaggi di un futuro migliore. Una bellissima storia che, trovando lentamente e meravigliosamente la sua forma, ci conduce nel misterioso mondo dell’essere umano, per esplorarne i pensieri e il mondo interiore, ma anche per scoprire che, soltanto quando si dedica la propria vita a qualcosa o a qualcuno, si può veramente trovare se stessi.
2. Da dove nasce l’ispirazione per questo romanzo in cui vengono raccontati i lati intimi delle persone e la cura che mettono i medici nel loro mestiere?
L’ispirazione per questo romanzo nasce da fatti realmente accaduti e da luoghi e personaggi autentici. Accade, a volte, di incontrare persone capaci di insegnarti le cose più importanti della vita con semplicità, quasi senza accorgersene, non solo con le parole ma anche con i comportamenti, le scelte, l’esempio. Sono stati questi gli incontri che mi hanno cambiato la vita, avvicinandomi alla cura dell’essere umano e facendomi capire come essere medico significhi acquisire sensibilità pedagogica, entrare nel regno della relazione, dell’ascolto, della parola, ripartendo proprio dalle storie, dalle narrazioni personali, dai vissuti emotivi di ciascun paziente. Infatti, si apprende e si cambia non solo dalla storia della propria vita ma anche da quella degli altri.
3. Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Mi piacerebbe che i lettori si ritrovassero nel mio libro, nelle emozioni e nei sentimenti descritti, riscoprendo nella storia che ho raccontato quella straordinaria carica di umanità che è presente in ciascuno di loro e che, a volte, rimane nascosta e dimenticata, in attesa solo di manifestarsi.
4. C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al romanzo, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
La storia che ho raccontato si è delineata lentamente nella mente, trovando la sua forma definitiva poco prima della pubblicazione. Possiamo dire che fino a quel momento il libro è stato la mia fotografia. Dopo la pubblicazione, sono diventati i lettori i veri padroni del libro. Se per loro l’incontro con il mio libro renderà diversa la vita e dilaterà l’orizzonte del mondo, allora diventeranno loro stessi il mio libro.
5. Se Giuseppe Ponzi dovesse utilizzare tre aggettivi per definire Anche la notte ha i suoi colori, quali userebbe?
Umano, coinvolgente, scorrevole.
6. Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Penso che questo libro possa essere una guida per tutti coloro che hanno il coraggio di mettersi in discussione e dare un senso più profondo alla loro vita. Insegna che la vita è fatta di incontri, di relazioni e di legami, che si vive non solo per se stessi ma anche per gli altri e che, quando arriva “ il buio della notte “, inevitabilmente si finisce sempre per affidarsi agli altri.
7. Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo romanzo? Puoi anticiparci qualcosa?
Al momento sono concentrato a promuovere il libro, a confrontarmi con i lettori e a riflettere sui tanti temi affrontati nel romanzo. Sono convinto, però, che a breve sentirò nuovamente il bisogno di ricordare la mia vita e di raccontarla, consapevole che, come diceva G.G. Marquez, “La vita non è quella che si è vissuta ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla”.
8. Qual è il libro che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?
Recentemente ho letto un bellissimo libro: Più profondo del mare di Melissa Fleming, capo delle comunicazioni per l’UNHCR. E’ un libro del nostro tempo, capace di suscitare forti emozioni, ma è soprattutto un toccante inno alla speranza, alla resilienza e alla capacità di generosità che risiede nel cuore umano.
9. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
A volte mi capita di interrompere la lettura di alcuni libri che non corrispondono alle attese e di cui non sempre ricordo i titoli. Di solito sono libri che, invece di trasformarsi in un mare aperto e spalancare mondi nuovi, diventano veri e propri muri che chiudono al desiderio di vita.
10. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Molti lettori hanno definito il mio libro un inno alla speranza. Se qualcuno mi chiedesse quale speranza sto coltivando in questo momento, non avrei dubbi nel rispondere: che questo mio libro trasmetta un pochino di umanità a questo nostro mondo, perché ne ha proprio bisogno.