Di cosa parla Gramsci. Una nuova biografia di Angelo D’Orsi
Angelo D’Orsi, storico e professore di Storia delle dottrine politiche a Torino, ha scritto questa “nuova”- come da sottotitolo – biografia di Antonio Gramsci (Feltrinelli, pp.387, €22). “Nuova” in quanto sono passati più di 50 anni dall’ultima, scritta nel 1966 dal sardo Giuseppe Fiori.
È chiara quindi l’esigenza di ri-formulare, alla luce di nuovi studi, il ritratto del grande pensatore, giornalista e politico comunista nato ad Ales, in Sardegna nel 1891 e morto in carcere sotto la dittatura fascista nel 1937 dov’era recluso per le sue idee politiche.
“Uomo di studio e di milizia” lo definisce D’Orsi.
Il libro Gramsci. Una nuova biografia si divide in cinque parti ben distinte, dove ognuna ripercorre un preciso momento della vita di Gramsci e ogni fase avrà una sua imprescindibile valenza nella formazione del suo pensiero.
La prima parte di Gramsci. Una nuova biografia è dedicata alla sua vita in Sardegna.
La seconda è incentrata sul periodo torinese, a cominciare dal suo approdo da studente.
La terza riguarda l’Europa, dove si recò per la sua attività politica, in particolare in Unione Sovietica (che ebbe una grande importanza anche sentimentale).
La quarta, incentrata sul periodo romano come deputato del Regno, poi l’arresto, il relativo processo e la reclusione.
Infine, la quinta scandaglia l’incessante lavoro di studio e di scrittura svolto da Gramsci nonostante le restrizioni carcerarie e le censure fasciste.
D’Orsi ripercorre molto bene l’evoluzione del pensiero gramsciano, spiegandone con parole semplici la filosofia: dal ruolo degli intellettuali alla formulazione del concetto di egemonia, fino ad una visione di più ampio respiro del capitalismo.
Interessante anche la parte del libro Gramsci. Una nuova biografia in cui l’autore spiega le lotte interne ed esterne al partito comunista, i rapporti con gli altri esponenti del partito, la conoscenza di Lenin, tutte le variabili in seno al Comintern e la difficile situazione italiana sotto il Fascismo.
D’Orsi, inoltre, mette in luce la grande sofferenza della persona durante il periodo della reclusione e in un certo senso porta il lettore a “sentire” questa grande sofferenza. Ci fa conoscere cioè il personaggio non solo dal punto di vista politico e culturale ma anche personale, portandoci in una dimensione molto intima.
Gramsci fu un uomo molto coraggioso, acuto osservatore, di spessore morale unico; grazie ai suoi innumerevoli scritti ci lascia una forte e viva eredità, come una fiammella sempre accesa. E che dobbiamo tenere accesa, soprattutto per le nuove generazioni. Se questo era l’intento dell’autore credo ci sia riuscito pienamente.
Degna di nota è anche la ricca bibliografia posta alla fine del libro, che è uno strumento necessario per chi già conosce Antonio Gramsci e vuole approfondirlo e che si rivela utile per chi non lo conosce e vuole iniziare ad accostarsi.
Recensione scritta da Alessandra Piras