Recensione libro I custodi del cigno di Roberto Blandino
Dopo Lo spirito del male, Roberto Blandino torna in libreria con I custodi del cigno, pubblicato nel 2018 con la casa editrice Leone.
Un ennesimo libro scritto con grande maestria, una conoscenza storica frutto evidente di studi e ricerche e una trama intessuta con cura. Alchimia, storia e mistero sono le parole chiave di questo romanzo.
I custodi del cigno è la conferma che Roberto Blandino ha le carte in regola per essere uno scrittore a tutti gli effetti.
Trama del libro I custodi del cigno
Il libro è ambientato in due periodo storici molto distanti da tutti i punti di vista, non solo per gli anni in cui la storia è collocata. La prima parte è inserita in un contesto che risale alla fine del Cinquecento a Manchester. L’altra parte, quella che poi s’intreccia con la precedente, è ambientata in Alaska ai nostri giorni.
Elisabetta I Tudor incontra segretamente John Dee, un alchimista che assieme a un suo amico, Edward Kelley, è vicinissimo a decodificare un linguaggio che sarà in seguito conosciuto come il Manoscritto Voynich.
La parte del romanzo ambientata in Alaska narra invece del ritrovamento di alcuni uomini privi di vita, membri di uno staff segreto che opera per il Vaticano. Queste persone sono state decapitate, trovate nude e disposte secondo l’Albero delle Sephiroth, che è stato riprodotto con il loro sangue sul pavimento.
A indagare su questa misteriosa uccisione, che potrebbe avere radici lontane e sembra coinvolgere altre persone, sono Gabriel Delacroix, un archeologo e conoscitore delle materie esoteriche e padre Jean-Miche Brice.
Commento del libro I custodi del cigno
Il lettore sarà totalmente coinvolto dalle vicende e si chiederà a ogni pagina quale sia il punto di contatto tra le vicende. Fondamentale per placare la curiosità di chi legge, sarà arrivare alla fine per scoprire i vari misteri che Blandino ha creato lungo il percorso narrativo.
I custodi del cigno di Roberto Blandino è un romanzo che fa ricordare i migliori libri di Dan Brown per la costruzione, l’indagine, la caratterizzazione dei personaggi. Il pathos è tenuto alto dai dialoghi, sempre avvolti nel mistero, dall’evolversi della storia e dalla voglia di scoprire la verità.
Con un ritmo serrato, paragrafi brevi, cambi di scenari e introduzione di vari personaggi, questo romanzo è davvero interessante.