Di cosa parla “Il confine di Bonetti” di Giovanni Floris
Il conduttore televisivo di Ballarò e scrittore Giovanni Floris esordisce con un romanzo dal titolo “Il confine di Bonetti” in cui attraverso la voce dei protagonisti cerca di dare un riscatto ai giovani degli anni Ottanta.
La solita compagnia vuole viversi l’ultima giornata da leoni, gli amici non ci vedono nulla di male nel farlo, invece qualcosa va storto e il notaio Ranò viene prima arrestato e poi portato dinanzi a un magistrato. Così viene raccontata la verità, una verità che intreccia ciò che è accaduto quella sera durante l’incontro, ma anche tutto ciò che riguarda il passato.
Protagonista della storia è anche Marco Benetti, colui che a differenza degli altri ce l’ha fatta, diventando un regista famoso.
Nel libro “Il confine di Bonetti” Giovanni Floris dispiega la storia mostrando l’amicizia al maschile, fatta di momenti da ricordare e altri da dimenticare, di legami forti e fragili allo stesso tempo, di amori disastrati e di tanti piccoli attimi che hanno segnato l’esistenza dei protagonisti.
Ma “Il confine di Bonetti” va oltre il ricordo dei personaggi. Giovanni Floris infatti cerca di andare più a fondo e capire quando, dove e perché si sono persi di vista i sogni, prova a scoprire quale sia la linea che demarca l’adolescenza dall’età adulta, ma anche tra occasione e rammarico.
Floris attraverso la storia di Ranò e Bonetti vuole raccontare la storia della generazione dei giovani degli anni Ottanta partendo dalla loro adolescenza per scoprire le cause di un inaridimento vissuto negli anni successivi da quegli stessi ragazzi che avevano grandi sogni e speranze.
“Il confine di Bonetti” per molti è stato considerato un libro volgare e poco lungimirante, per altri una bell’analisi della realtà degli anni Ottanta, forse, però, tra i due pareri c’è una via di mezzo e questo romanzo di Floris dovrebbe essere letto con la prospettiva di uscirne più consapevoli e ottimisti.