Trama, recensione e commento libro Il grande inganno di Fabio Fiorina
Fabio Fiorina nel suo saggio Il grande inganno offre al lettore una rivisitazione delle vicende spirituali e processuali di Gesù. Ciò di cui si occupa in particolare è il processo condotto da Ponzio Pilato e guidato saggiamente da sua moglie Claudia Procula.
L’autore de Il grande inganno ci mostra da subito la figura di Pilato. Lo ritrae in tutte le sue incertezze, debolezze e soprattutto mostrando il disprezzo che nutriva verso Gerusalemme, il Sinedrio, i giudei.
Il testo si focalizza sul momento in cui davanti al governatore romano vengono portati, per essere da lui giudicato, prima Yeshua (Gesù) e in un secondo momento Bar-abbà (il ladrone).
I comportamenti e le risposte di entrambi gli accusati confondono Pilato che non sa decidere. Fabio Fiorina mette a confronto i due “colpevoli” davanti a Pilato in un dialogo serrato.
Yeshua mostra la sua infinità bontà e afferma che si è fatto uomo per dimostrare che l’amore passa attraverso lo Spirito dal Padre al Figlio. Bar-abbà, invece, dichiara di essere un Messia guerriero, il Messia della spada e che la sua crocefissione sarà la conferma del martirio, proprio come dice la profezia sul Messia di Israele.
Pilato crede fermamente di essere preso in giro da entrambi e cerca aiuto dalla moglie, dal suo centurione, ma è sempre più confuso. Non diamo per scontato il finale.
Lo scrittore con un colpo di scena infonde coraggio a Pilato che comprende l’inganno del Sinedrio e libera entrambi i “condannati”, dichiarando Yeshua Bar-Yosef il Nazareno e Yeshua Bar-Abbà innocenti per i reati contestati.
Commento libro di Fabio Fiorina
La storia che noi conosciamo da sempre qui prende un risvolto diverso e assume una nuova lettura, oserei dire rivoluzionaria.
In un susseguirsi di dialoghi forti tra i personaggi, inframezzati da riflessioni dello stesso autore, Fabio Fiorina denuncia le tante incongruenze e storture della Chiesa: dalle crociate agli sfarzi e sprechi, dai preti pedofili alle donne bruciate per stregoneria.
Satana infine sottolinea le troppe contraddizioni della Chiesa cattolica romana rivelando a Yeshua che in nome suo verranno commesse le più grandi atrocità della storia.
Il finale mette sul trono, pensieroso e in attesa di cominciare il suo interrogatorio o processo a Ponzio Pilato, ex Governatore della Galilea, proprio Gesù di Nazareth.
Pilato invano si difende adducendo che i suoi comportamenti da soldato ubbidiente all’Impero Romano sono stati sempre esemplari. Gesù Dio, lo fa incatenare in una gabbia, al centro della piazza davanti al tempio. Viene nutrito e curato, in modo che possa vedere ogni uomo ebreo compiere e portare a termine la sua vita, i suoi affari, i suoi matrimoni, finché non perirà dell’odio che ha dentro di sé.
Una sorta di legge del contrappasso che bilancia la storia, gli eventi e millenni di tradizione. Assurdo? No. Forse sarebbe andata proprio così se il popolo avesse scelto di liberare Gesù e non Barabba, o Ponzio Pilato non si fosse lavato le mani.
Recensione libro di Milena Privitera