Trama, recensione e commento libro Il guardiano della collina dei ciliegi
Franco Faggiani l’autore de La manutenzione dei sensi ritorna in libreria con Il guardiano della collina dei ciliegi.
Quest’ultimo libro è ispirato a una storia vera, la vita di Shizo Kanakuri, il maratoneta olimpico. L’uomo, dopo una serie di vicissitudini e incredibili avventure, ottenne il tempo eccezionale di gara di 54 anni, 8 mesi, 6 giorni, 5 ore, 32 minuti e 20 secondi.
Trama libro Il guardiano della collina dei ciliegi di Franco Faggiani
Shizo è un ragazzino solo con una grande passione: la corsa. Grazie al sostegno dell’Università di Tokyo riesce ad allenarsi intensamente e a partecipare alle Olimpiadi di Stoccolma nel 1912.
Shizo è dato favorito ma a soli sette chilometri dal traguardo si ferma a bere un succo di frutta offerto da uno spettatore ed entra a casa sua dove si addormenta.
Si risveglia solo quando la maratona è ormai terminata e fugge. La polizia – allertata dai giudici di gara – lo cerca dappertutto e non trovandolo alla fine lo dichiara scomparso.
Nel 1962 Shizo viene rintracciato da un giornalista svedese, inviato in Giappone sulle sue tracce. Shizo ha 76 anni e fa l’insegnante di geografia nella sua città natale, Tamana, è padre di sei figli e nonno di otto nipoti.
Nel 1967, in occasione del 55° anniversario dei Giochi Olimpici, viene invitato in Svezia per concludere simbolicamente la maratona che non aveva mai terminato.
Commento libro Il guardiano della collina dei ciliegi
Franco Faggiani accanto alla storia strana di Kasnaskuri racconta anche la storia del Giappone e soprattutto analizza in maniera delicata la mentalità giapponese.
Narrato in prima persona dal protagonista Il guardiano della collina dei ciliegi ci mostra i circa 55 anni che dividono la fuga per la vergogna di non aver portato a termine la gara (e di non aver portato il Giappone sul podio come promesso) e il periodo come guardiano nella collina dei ciliegi dove si ricostruisce una nuova identità dal rientro in una patria che non riconosce più.
Lo scrittore racconta anche l’amore per la natura, per gli alberi di ciliegio, uno dei maggiori simboli della cultura asiatica, nello specifico di quella giapponese. Questo albero è legato all’idea di rinascita e di buon auspicio che aiuterà Shizo a superare la vergogna ma non a perdonare se stesso per ciò che ha fatto.
Come dice la quarta di copertina il romanzo di Franco Faggiani descrive la parabola esistenziale di un uomo che, forte di una rinnovata identità, sarà pronto a ricongiungersi con il proprio destino saldando i conti con il passato.
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