Di cosa parla Il male non dimentica di Roberto Costantini
Roberto Costantini e Michele Balistreri, lo scrittore-ingegnere nato in Libia e il commissario letterario hanno portato a termine la Trilogia del Male. Il terzo titolo del trittico è nuovamente in libreria: Il male non dimentica (Marsilio Editore, 526 pagine, 19 euro), dopo l’uscita nel 2014.
E attenzione alla descrizione iniziale di una fredda esecuzione di massa, nel corso di un’azione repressiva delle forze governative di Gheddafi, a Zawia, nel luglio 2011.
Continua dunque la lunga corsa di Michele contro il Male. Nell’ultimo capitolo Il male non dimentica ha 8 anni a Tripoli, poi 19 sempre in Libia, 32 nell’estate romana del 1982, 56 mentre l’Italia vince il Mondiale di calcio tedesco e 61 anni amari nel 2011.
I due corsi fluviali dei primi capitoli della trilogia si uniscono, a cominciare dalle vicende libiche del Michele ragazzino, spostandosi poi sul Balistreri sessantunenne commissario capo della Omicidi a Roma. L’amaro che porta dentro di sé l’ha cambiato. La caccia all’Uomo Invisibile gli ha inferto ferite rimarginate nel corpo, ma incurabili nell’animo.
Ora abita addirittura in centro, sul Colle Oppio, e cerca di restare il più possibile al chiuso. Casa e lavoro, una vita vuota di stimoli, di incontri, di novità. Non lo attira più niente, gli pesano i rari poker con gli amici e le poche amanti. È tanto stufo quanto sereno. Ha lentamente svuotato se stesso, fatto terra bruciata dei rapporti umani che aveva intorno nel corso degli anni.
È il 2011. La Libia è in rivolta contro Gheddafi. Roberto Costantini ama i ricorsi storici: nei titoli precedenti c’è stata l’alternanza tra 1982 e il 2006 dei Mondiali di calcio vinti dall’Italia, qui c’è il parallelo tra la recente ribellione al Raìs e il lontano colpo di Stato che gli consentì di assumere il potere, nel 1969.
Quarantadue anni prima, la madre Italia era caduta da un precipizio. Neanche un urlo aveva accompagnato il volo. Omicidio o suicidio (dubbio risolto in avvio per i lettori)?
Chissà se cadendo aveva pensato al figlio: Michele se lo è sempre chiesto, oltre a provare sensi di colpa, perché mentre accadeva, lui faceva all’amore con la signora Marlene Hunt, la peggiore nemica della mamma. Le loro ville a Sidi El Masri di Tripoli erano adiacenti.
Michele Balistreri non ha mai smesso di fare i conti col passato: la Libia, la militanza in Ordine Nuovo, il dietrofront dalla sedizione alla legalità nel 1973, la raccomandazione del fratello Alberto per entrare in Polizia, il delitto di Elisa che lo aveva visto comportarsi in modo del tutto inadeguato nel 1982. E i tanti delitti successivi.
Solo con le donne non ha mai avuto rimorsi, le ha consumate in fretta, tante, senza andare troppo per il sottile, senza badare troppo ai particolari – età, condizione, maturità, bastava che fossero piacenti – e non pensando affatto ai sentimenti. Usate e gettate, senza non un pensiero, al diavolo la montagna di rancore che si lasciava alle spalle. Non cuori infranti, ma mani che avrebbero colpito e unghie che avrebbero graffiato.
Che dire di un romanzo anche questo alluvionale (ma Costantini si fa leggere senza problemi, a passo di corsa)? Che ritorna il “patto di sangue e di sabbia” di quattro ragazzini, la banda Mank: Michele, Ahmed, Nico, Karim, due italiani e due fratellastri libici. E che cresce la figura della giornalista Linda Nardi, già conosciuta nei titoli precedenti.
Nel 2011 è a Tripoli, a raccontare quella guerra civile che sembrava vinta dai ribelli all’inizio, da Gheddafi dopo e ora appare incerta, dopo l’intervento della Nato. Le notizie dal campo di battaglia sono contraddittorie e comunque terribili, come sempre quando si battono miliziani più che truppe regolari, non esistono fronti o linee e le vittime sono soprattutto civili, senza distinzione di sesso ed età.
Linda ormai ha quarant’anni, la madre è in California, il padre non l’ha mai conosciuto e da Michele Balistreri è lontana, lontanissima. Cinque anni prima si erano trovati e curati. Un rapporto totalmente platonico, contro le abitudini del commissario. Neanche un bacio. Poi si erano persi, tutti e due disincantati e portati alla negatività.
Fosse per lei, se ne andrebbe anche dalla Libia, all’istante, per tornare agli orfani e agli ospedali dell’Africa Centrale, che avevano dato un senso diverso alla vita, dopo le vicende dell’Uomo Invisibile e l’allontanamento da Michele.
La Trilogia del Male di Costantini è alla fine con quest’ultimo capitolo Il male non dimentica. Per tutti è arrivato il momento di chiudere i conti con i vecchi amici e nemici e di farla finita con qualunque sogno.
Recensione scritta da Massimo Valenti