Recensione libro Il ragazzo che leggeva Verne

Citazione “... sentii una fitta di nostalgia per tutto quello che stavo per perdere, Giulio Verne,donna Elena,una storia infinita di domande e risposte.”
Il ragazzo che leggeva Verne
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Recensione e commento del libro Il ragazzo che leggeva Verne di Almudena Grandes

Il ragazzo che leggeva Verne è il secondo romanzo della serie Episodi di una guerra interminabile di Almudena Grandes (il primo è Ines e l’allegria) e fa parte di un progetto che prevede ben sei romanzi tra loro indipendenti, ma legati dallo stesso filo conduttore: la vita in Spagna negli anni della guerra e della dittatura.

Trama del libro Il ragazzo che leggeva Verne

Sebbene raccontato in età adulta, Nino, il narratore-protagonista ci fa rivivere il momento in cui da ragazzo spensierato è diventato adulto responsabile ed è questo rito di passaggio che ci introduce nel nucleo della storia di Spagna nel 1947 e della sua storia personale.

Nino vive con i suoi genitori e le sue sorelle in una casa all’interno della caserma di Fuensanta de Martos, un villaggio sui monti della Sierra Sur nella provincia di Jaén, in Andalusia. E in questo minuscolo borgo Nino vede e sente cose che un bambino non dovrebbe mai vedere né sentire.

La guerra è ufficialmente finita, ma in quell’angolo di mondo i “bandoleros”, i rossi scappati sulle montagne, continuano la resistenza, mentre i soldati della guardia civile cercano di stanarli usando metodi più brutali. E di notte, in caserma, le urla delle torture, gli spari delle esecuzioni, i pianti delle vedove, trapassano le sottili pareti della stanza di Nino.

Ci sono anche i giorni spensierati, quelli in cui Nino gioca sul fiume o al vecchio mulino con Pepe il Portoghese, un outsider saggio e misterioso, che si è appena stabilito in un mulino appartato e che diventa il suo amico e il suo modello.

Mentre passano il pomeriggio insieme sulle rive del fiume, Nino giurerà a se stesso che non sarà mai una Guardia Civile come suo padre, e inizia a prendere lezioni di dattilografia al Cortijo de Las Rubis, dove una famiglia di donne per lo più vedove e orfane, resiste al confine tra la montagna e la pianura. Mentre scopre un nuovo mondo grazie ai romanzi di avventure e soprattutto a Giulio Verne, Nino capisce una verità che nessuno aveva voluto dirgli. Nelle Highlands meridionali si sta combattendo una guerra, i nemici di suo padre.

Dopo quell’estate, comincerà a guardare con altri occhi ai guerriglieri di Cowbell, e a capire perché suo padre vuole che lui impari a scrivere.

Commento del libro Il ragazzo che leggeva Verne

Nino narratore maturo di se stesso ragazzino viene fuori da queste pagine intense con quella rara forza d’animo di coloro che hanno acquisito la statura spirituale grazie alle situazioni vissute nella loro infanzia. Quel bambino, figlio di una guardia civile immersa nel cuore della Spagna, cerca di sopravvivere nel miglior modo possibile. Sopravvivere e capire. La comprensione giungerà solo dopo molti anni.

Almudena Grandes trova nel romanzo Il ragazzo che leggeva Verne uno stile magico per descrivere la memoria, la malinconia e la speranza di un bambino di undici anni dall’infanzia complicata, con pochi sprazzi di vita serena e il rifugio preferito in Giulio Verne. Nel contempo la nota scrittrice andalusa riesce perfettamente a raccontarci gli anni terribili di una resistenza popolare e civile che ha segnato la storia della Spagna.

Recensione scritta da Milena Privitera

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Milena Privitera

Presentazione Milena Privitera Leggere è la mia prima passione. Scrivere la seconda.

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