Di cosa parla Il soliloquio della scopa di Silvestro Capurso
La raccolta di poesie di Silvestro Capurso Il soliloquio della scopa, prende spunto da una fotografia molto significativa, scattata nel 1834 e intitolata La porta aperta.
La fotografia cattura una porta accostata, oltre la quale si scorge una stanza buia, con una scopa poggiata contro lo stipite. Da questa immagine Silvestro Capurso si è lasciato ispirare per descrivere, attraverso la poesia, i sentimenti dell’animo umano.
Poesie che raccontano di solitudine, di sbagli, di problemi, ma anche di amore e di amicizia, attraverso un registro a volte semplice, a volte tanto articolato da diventare molto criptico.
Le poesie de Il soliloquio della scopa raccontano di un malessere diffuso, confuso, che pare nascere dalle incongruità della vita. Ma alcune di esse sembrano dare un barlume di speranza, spinte dal sentimento dell’amore, dell’amicizia, della fratellanza.
La raccolta è un omaggio appassionata alla propria interiorità ma, in alcuni punti, le poesie rallentano il ritmo, sembrano perdersi in qualcosa di vago che non riesce a raggiungere il suo centro. La scelta stilistica di Silvestro Capurso ha il pregio di enfatizzare la descrizione degli stati d’animo con termini non banali, ma danneggia la scorrevolezza dell’opera, che in certi punti rischia di appesantirsi.
E’ sempre molto difficile esprimere emozioni attraverso la poesia, ed è per questo che l’opera prima di Capurso merita un plauso particolare. Il giovane autore affronta se stesso e il suo mondo, cercando di comunicare le sue emozioni attraverso la poesia, con impegno e passione. Il soliloquio della scopa va considerato come un punto di partenza, l’inizio di una ricerca sia umana che stilistica, che può portare Capurso a raggiungere ancora di più il cuore del suo lettore.
Chi è Silvestro Capurso
Silvestro Capurso è nato a Molfetta nel 1985 e qui ha svolto i suoi studi, fino alla maturità classica. Attualmente studia Scienze e tecnologie delle arti figurative, della moda, della musica e dello spettacolo, presso la Facoltà di Beni Culturali dell’Università degli studi di Lecce.