Di cosa parla In esilio da me di Giovanna Fracassi
In esilio da me di Giovanna Fracassi, pubblicato dalla casa editrice Kimerik, è una raccolta di poesie delicate e appassionate.
Utilizzando metafore, rispecchiando il proprio stato d’animo nella natura, cogliendo dai dettagli essenziali della vita e rimandandoli come un’eco attraverso i suoi versi musicali, la poetessa Giovanna Fracassi riesce a coinvolgere il lettore con la sua fragilità forte, mostrandoci i sentimenti e le emozioni attraverso i suoi occhi.
Quello che è capace di fare la scrittrice con le poesie contenute nel libro In esilio da me è porre il lettore di fronte a un orizzonte ricco di sfumature, dando quindi la possibilità di far cogliere vari messaggi che vagano nello spazio.
Ciò che conta quando si leggono delle poesie è proprio il sentirsi parte integrante delle parole, come se quel sentimento sconosciuto, perché non ci appartiene, perché raccontato da un’altra persona, diventasse nostro e Giovanna Fracassi riesce in questa non facile impresa.
Senza essere criptica ma limpida ed evidente nelle sue intenzioni, utilizzando un linguaggio alla portata di tutti ma ricercato e bello da ascoltare, la poetessa coinvolge la mente prima di tutto e poi gli altri sensi con estrema semplicità.
Nel libro In esilio da me sono vari gli ingredienti, molti i temi trattati partendo sempre da dentro, confrontando con l’esterno, mettendosi in gioco, spogliandosi di qualsiasi veste per mostrarsi nella propria integrità e intimità.
La Fracassi dà gli input necessari al lettore per immedesimarsi in questa storia che lei crea come un percorso tra i sentimenti, poi sta a chi ha il libro tra le mani catturare i particolari necessari a cogliere i messaggi più significativi.
Mi fa piacere concludere questa recensione della silloge In esilio da me con una poesia di Giovanna Fracassi, che s’intitola Eterno:
“Il rintocco dell’eterno
nel fremente fulgore delle stelle
nel soffio luminescente
che langue sulla montagna scabra
sui rami fragili
sulle eriche dormienti
in questo regno del mistero
dove il silenzio è infinito
come un sogno disteso
e il brivido dello spazio
che squarcia il pensiero
è una luce riflessa
palpito serrato
di un’eco divina
scruto l’immenso
nel dilapidare lento
sordo stillicidio
del mio essere.”