La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Avelio Borroni autore del libro “Amìna e la Via della Luce”
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Amìna e la Via della Luce”, cosa diresti?
Una nuova umanità e un nuovo mondo sono possibili a condizione che affondino le loro radici nei valori tradizionali – che formano linee guida morali – e nei più alti Insegnamenti spirituali. V’è una Via della Luce che è possibile seguire: è quella dell’Amore, della Verità, della Saggezza e, quindi, della realizzazione della nostra natura Divina.
Da dove nasce l’ispirazione per raccontare attraverso la storia di una bambina come giungere alla Via della Luce?
Essa è figlia di pratiche meditative che, come d’incanto, sovente mi donano indicazioni preziose e luminosi spunti. Ho profondamente sentito in me che questa storia fosse perfetta per quanto volevo comunicare. Questa ispirazione nasce dall’amore per la verità e la bellezza, per la gentilezza e la bontà, dal desiderio di avvicinare i lettori agli splendori di una vita Divina. Nasce altresì dalla consapevolezza che sia necessario opporsi fermamente con i mezzi della Luce, che sono mezzi non violenti (Ahimsa), a chiunque voglia distruggere l’umanità nell’uomo, oscurare la divinità che è in lui, annientare o deformare il senso del bello, cancellando le sue radici culturali e spirituali. Ecco che Amìna, l’Angelo e gli altri personaggi del racconto appaiono magicamente per indicarci la Via della consapevolezza e dell’Amore.
Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo il tuo racconto? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Vorrei che riuscissero a comprendere la necessità fondamentale di mantenersi desti, d’esercitare il pensiero critico, di aprirsi agli splendori della Vita vera, di compiere un’opera su se stessi al fine di risvegliare in loro il Principio Divino. Sono consapevole che ogni individuo ha il proprio percorso, del quale ho un profondo rispetto; sono altresì certo che coloro che hanno imparato ad ascoltare la loro anima sono ben guidati e che, in quanto figli di Dio, prima o poi imboccheranno naturalmente la Via della Luce ossia quella che riconduce a Lui.
C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
No. Scrivo in uno stato meditativo, sotto la guida dell’ispirazione, attingendo altresì dal mio bagaglio culturale. Prima di pubblicare devo avvertire che il libro è “perfetto” per il mio sentire interiore ovvero deve entrare in risonanza con la mia anima.
Se Avelio Borroni dovesse utilizzare tre aggettivi per definire “Amìna e la Via della Luce”, quali userebbe?
Soave, armonioso, ideale.
Qual è l’insegnamento di maggiore importanza, per te, da seguire per arrivare alla Verità e all’Amore?
Umilmente, ritengo sia possibile giungere o avvicinarsi viepiù alla Verità e all’Amore solo praticandoli, tendendo a essi con tutta l’anima: è più facile quando si è impegnati ad acquisire con pazienza una migliore comprensione delle cose alla luce della saggezza, quando si è sostenuti dalla fede e quando, nel contempo, si è compresa l’importanza della purezza, base della vita spirituale.
Quanto c’è di reale in questa storia che hai raccontato?
Il libro nasce come un’opera di fantasia ma, indubbiamente, vi si possono riconoscere degli elementi “reali”. Secondo M. K. Gandhi, Dio è Verità e Amore, etica e moralità, assenza di paura. Molti altri grandi maestri e mistici si sono espressi in modo simile e, come Gandhi, credevano nella presenza Divina in loro stessi e la sentivano; essa è anche in ognuno di noi a cui è stata data la possibilità di riconoscerla e “praticarla”. Ho dunque piena fiducia nella presenza Divina in ogni lettore, alla quale lascio il compito di cogliere gli elementi di verità presenti nella storia di Amìna.
Confido altresì nella capacità di chi legge di comprendere sempre meglio la complessa realtà in cui l’essere umano ha vissuto, in cui vive, e scorgervi delle analogie con il racconto. Come ho scritto nell’introduzione del libro, “il lettore perspicace saprà cogliere, soprattutto nei dodici messaggi spirituali, questioni che potrebbero apparire contemporanee e che esigerebbero attenta riflessione e approfondimento da parte d’ognuno di noi”; aggiungo che coloro che fra i lettori sono cercatori, sapranno riconoscere molte preziose perle di Luce ed elevati Insegnamenti lasciatici da alcuni dei migliori maestri spirituali.
Vi sono poi altri aspetti, magari secondari.
Per esempio, dei lettori potrebbero essere curiosi anche rispetto agli spiriti della Natura di cui si parla nel libro, giacché alcuni di loro possono forse concepire più facilmente l’esistenza degli angeli. Dunque, gli spiriti della Natura esistono davvero? Se sì, sono come Amìna li descrive nel libro? Rispondo dicendo che le descrizioni di Amìna sono perfettamente in armonia con quelle che alcuni chiaroveggenti – che hanno affermato di averli incontrati e studiati – ci hanno lasciato nei loro scritti. Chi ha familiarità con questo genere di letteratura (quindi non fantasy) potrà confermarlo. Detto ciò, solo la sensibilità, lo sviluppo delle facoltà sottili e il cammino spirituale di ciascuno potranno rivelargli se queste creature fatate esistono veramente.
Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Permettimi di sostituire il verbo “dovere” con “potere”; ti rispondo quindi che “si può” leggere il mio libro se si vuole fare un viaggio nella consapevolezza, nella magia, nella bellezza e se si è quindi attirati o affascinati dalla Via della Luce. Anche con questo libro desidero innaffiare i semi di consapevolezza e di coraggio che ciascuno di noi ha in sé, fare del bene, stimolare al bene. Vorrei invitare i lettori a sperimentare il contatto col mondo Divino, il gusto dell’armonia, della bontà e di quanto di meraviglioso ne segue.
È mia opinione che la funzione principale della letteratura e dell’arte sia quella d’elevare l’essere umano. Come dice Adael ad Amìna nel libro: “la Scienza dello Spirito è a disposizione di chi la voglia conoscere e approfondire; una Scienza meravigliosa e ricchissima, forse infinita, fonte di fulgida bellezza e d’ogni desiderabile dono”. Mi considererò pienamente soddisfatto se “Amìna e la Via della Luce” avrà stimolato i lettori nel senso sopra descritto, ad approfondire gli Insegnamenti spirituali dei grandi maestri o comunque a incamminarsi lungo il Sentiero Divino.
Cosa hai provato quando hai messo il punto a questa storia?
Anzitutto, devo ammettere che mentre ne scrivevo alcune pagine m’è accaduto di commuovermi, talora sino alle lacrime; questo fatto è per me una delle migliori prove che ho toccato “il punto giusto”: quello che fa vibrare le corde dell’anima. Mi sovvengono le parole d’Albert Einstein: “Lo studio e, in generale, la ricerca della verità e della bellezza sono una sfera di attività nella quale ci è consentito di rimanere bambini per tutta la vita”. Nello scrivere la storia e dopo averla conclusa ho provato ciò che sperimento ogniqualvolta ne rileggo dei capitoli: un senso di grazia e soavità, nonché di gratitudine nei confronti del Principio Divino che risiede in ciascuno di noi e che attende soltanto d’essere risvegliato e manifestarsi.