Intervista a Alessandra Benassi
1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del libro Messaggio tra le onde, cosa diresti?
“Questa è la storia di un amore vissuto in mare, tra le onde, il vento ed il sole sulla pelle. Un amore che non chiese di sbocciare. Un amore che vi voglio raccontare…” Così incomincia il libro, con una filastrocca. Una storia d’amore fondamentalmente. I protagonisti sono un uomo e una donna di animo molto sensibile, con un amore viscerale per il mare chiaramente. Però mentre lui ama tutto ciò che sta sopra al pelo dell’acqua, quindi si parla di vento, onde, correnti, sport acquatici in senso generale, divertimento allo stato puro, si immagini, sempre circondato da tantissime persone e musica a tutto volume, lei invece, ha un amore incontrastato per gli abissi. Quindi parliamo di immersioni, di silenzio, di mistero. L’esatto opposto insomma. E questi due finiscono per incontrarsi su di una spiaggia. E qui scatta la curiosità su entrambe.
2. Da dove nasce l’ispirazione per questa raccolta di poesie attraverso cui racconti d’amore per la vita, un libro che suscita buoni sentimenti?
Nasce dalla consapevolezza di non aver ancora visto tutto di ciò che ci aspetta nella vita. Quando si vuole qualcosa che non si è mai avuto, ma quel qualcosa che sai, ti cambia la vita ma ti rende felice, si deve essere disposti a fare ciò che non si è mai fatto, come stravolgere tutto e andare contro ai pregiudizi in cui si è cresciuti. Almeno questo è il mio pensiero. Un grande passo da compiere, soprattutto quando tutto sembra difficile.
3. Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
L’intento della silloge è dar voce a ciò che succede quando due anime gemelle si imbattono l’una nell’altra. Non importa se sono due mondi diversi ad incontrarsi, ma ciò che riescono a fare assieme liberando i sentimenti più intimi stando l’uno accanto all’altro anche solo con uno sguardo. Ciò che separa due anime affini vissute in due realtà diverse fino a quel momento, non è la diversità di ciò che hanno sempre fatto, ma è lasciare che l’ottusità di chi sta intorno e non comprende, li separi. In realtà penso che si possa essere anime gemelle anche provenendo da due mondi diversi. La sensibilità di entrambe gioca comunque un ruolo fondamentale nel rapporto, perché a parte la curiosità iniziale, sarà appunto la sensibilità che li farà avvicinare. Questo desiderio di comprendere l’altro, il sentirsi completi l’uno accanto all’altro, sarà proprio questo che li travolgerà.
4. Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire Messaggio tra le onde, quali useresti?
AMORE, PAZIENZA, IMPEGNO. L’amore, perché senza esso non si crederebbe ciecamente in qualcosa. L’impegno perché è necessario sempre se si desidera arrivare. La pazienza, perché niente riesce subito. Credo in queste tre paroline magiche.
5. Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Perché il libro contiene un messaggio come afferma il titolo. Spesso diamo per scontata la nostra vita. Cresciamo in una realtà e pensiamo che il nostro futuro sia legato ad essa. Sbagliamo a priori. Mai dare per scontato niente. Il messaggio nel libro è credere di avere tutto e di essere consapevoli di tutto ciò che accadrà nella nostra vita, fino a quando l’incontro con qualcuno di veramente speciale, mette in discussione ciò che si credeva ovvio e ci si rende conto che in realtà non si ha mai avuto il controllo su tutto e che quel qualcuno ci rende ancora più felici di quello che siamo mai stati. Non importa se il suo mondo è diverso da ciò che conosciamo, anzi ci rende migliori. I contrasti ci saranno sempre ma è il non soffermarsi sui pregiudizi e sull’ottusità di chi ci circonda che ci renderà felici.
6. Hai nuovi progetti? Stai scrivendo altre poesie? Puoi anticiparci qualcosa?
Non voglio sbilanciarmi troppo perché è prematuro per le date, ma credo che per la seconda metà dell’anno potrei già incominciare a fare pubblicità sui social per una nuova imminente uscita. Senza parlare del fatto che sto dedicando molto tempo alla narrativa, quindi non escludo che vedrete anche un altro genere di libro che mi presterò a pubblicare, nell’immediato futuro.
7. Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?
Senz’altro “Sette anni in Tibet” perché è un’avventura straordinaria. La più grande che possa avere una persona nella vita. L’autore ha saputo descrivere accuratamente molti aspetti dei paesaggi incontaminati che il protagonista attraversa lungo il suo viaggio. Ma l’avventura di quest’uomo non si ferma all’aspetto visivo di questo mondo meraviglioso. Va ben oltre. Ha il privilegio di conoscere una cultura completamente diversa dalla sua e trarre da essa un forte insegnamento. Come apprezzare le cose più semplici ad esempio o riflettere su argomenti in cui la nostra società difficilmente si soffermerebbe. Un modo di vedere la vita da una prospettiva molto diversa. Un profondo e radicale cambiamento interiore.
8. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Non esiste libro che sconsiglierei. Amo leggere e perdermi tra le righe di chi mi fa sognare. E per quanto uno scrittore sia bravo nel rappresentare a parole un’emozione o una determinata situazione, è la nostra immaginazione, la nostra fantasia, la nostra esperienza che fa il resto. Sono convinta che qualsiasi libro si sfogli, contenga un capitolo, un paragrafo o un verso fatto apposta per noi lettori. Il libro siamo noi.
9. Adesso è arrivato il momento per porti da sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
La maggior parte delle persone che mi conosce o pensa di conoscermi, rimane esterrefatta quando mi scopre scrittrice. Vedono un qualche riconoscimento letterario o una medaglia in bellavista in vetrina a casa e rimangono allibiti. Spesso mi sento dire “Tu scrivi poesie? E partecipi a concorsi letterari?” Come se uno scrittore non potesse essere una persona semplice e farsi una grigliata all’aperto con gli amici. Perciò la domanda che pensano parecchie persone è questa. “Lo stereotipo dello scrittore è quello di una figura lontana dalla portata di chiunque. Una figura che è legata ad un certo tipo di ambiente sociale-lavorativo. Una persona per certi versi particolare. Strana insomma o che parla strano. Ma è vero tutto questo?” Assolutamente no. In realtà è un pregiudizio.
Lo scrittore è un appassionato di lettura che da voce alle proprie idee, fantasie e quant’altro, attraverso le parole. Purtroppo come ogni artista, lo scrittore cerca la solitudine per dar voce ai suoi pensieri, perché c’è bisogno di una forte concentrazione per mettere su carta ciò che ha dentro. E la maggior parte degli artisti non è strana, è solo introversa. Timida. Non è facile, credete a me, aprirsi quando si è così. E poi chi per lavoro non è obbligato a frequentare un determinato ambiente? Usciamo dall’idea che lo scrittore vada in giro danzando per le strade con un ulivo in testa farneticando in versi roba strana. O che si atteggi in mezzo agli altri con paroloni fuori dall’ordinario. Non è così. Io ad esempio, vado pazza per la pizza, le melanzane alla parmigiana e la musica. Canto spesso fuori e sotto la doccia. Amo ballare, adoro stare all’aria aperta e appena posso scappo al mare. Ma ogni sera, prima di dormire, leggo. I libri sono la linea di contatto col mio mondo. Quello della fantasia e del sogno.