1. Per iniziare… raccontaci qualcosa di te, qualcosa che vorresti che i nostri lettori sapessero prima di entrare in contatto con il libro che hai scritto.
Sono nato in una città di provincia in un ambiente cattolico, ma la mia curiosità mi ha sempre spinto ad ampliare le mie conoscenze sia religiose che civili leggendo molto e soprattutto non fermandomi mai di fronte all’apparenza o alla superficie.
Sono una persona profonda che ha una visione della vita che è cambiata nel tempo, che è maturata e si è accresciuta, ho imparato molto dalla vita e dalle mie esperienze, come dice la spiritualità indiana: “Tutto ciò che incontri non lo incontri per caso e non giunge a te per sbaglio, ti servirà per crescere nella vita. Amare ed
essere Amati è il privilegio degli dei”.
2. Dovendo riassumere in poche righe il senso del libro “Il Principe dell’Ombra” cosa diresti?
E’ un viaggio di Fede, ma anche di ricerca personale della Verità e della Verità dei tempi che stiamo vivendo. E’ uno specchio della mia anima, ma anche una lente con cui interpretare i fatti che stanno accadendo nel mondo alla luce di una prospettiva non convenzionale. Il Principe dell’ Ombra è “un mondo dentro il mondo”.
3. All’inizio il lettore sarà travolto da molte domande riguardanti la Fede. L’idea della tua storia nasce proprio da un’esigenza di cercare risposte che riguardano la religione?
Come dicevo all’inizio nasco in un ambiente cattolico, ma cattolico lo sono diventato a un certo punto della mia vita leggendo personalmente i Vangeli e non seguendo ciò che la Chiesa diceva o imponeva. La mia vita è stata da sempre caratterizzata da una profonda ricerca e sete di Verità, sete che si è estinta con la conoscenza della figura di Gesù Cristo.
In questo libro ci sono non solo molte risposte che negli anni mi sono dato, ma non a caso, il personaggio principale è uno scettico studente di filosofia, perché il romanzo vuole innanzitutto essere un viaggio alla ricerca di risposte attraverso le domande e le ribellioni che la vita fa nascere in noi. Più che un romanzo religioso è un romanzo sulle domande esistenziali che l’uomo si porta dentro da sempre, la sua sete naturale e universale di felicità che tutti noi cerchiamo di soddisfare.
4. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il tuo libro?
Vorrei che il lettore comprendesse innanzitutto il messaggio profondo del libro, cioè l’Apocalisse di San Giovanni Apostolo, perché i tempi che stiamo vivendo oggi lo richiedono molto. Vorrei che il lettore si specchiasse in questo libro sacro che erroneamente fa paura e mette in soggezione, perché in modo distorto è chiamata “la fine del mondo”. Invece si scoprirà nel romanzo che l’Apocalisse non è la fine del mondo, anzi è l’inizio del mondo, se vediamo le cose dalla giusta prospettiva. Infatti Apocalisse significa Rivelazione ed è il libro che tratta di come
Dio parlerà al cuore degli uomini negli ultimi tempi della storia umana come l’abbiamo intesa fino ad oggi, ma che continuerà ad esistere anche dopo.
5. Nel tuo libro parli di una lotta tra forze contrastanti, quella di Dio e di Satana, ma parli anche di uomini disorientati dinanzi agli eventi della vita, quasi fossero ignari di ciò che accade nel mondo e a se stessi. La matrice religiosa in questa storia è fondamentale, il veicolo che spiega la realtà, ma in chi non ha Fede questo libro cosa può lasciare?
Innanzitutto può mettere un seme di dubbio e una curiosità ad approfondire certe tematiche, visto che non è un saggio dottrinale o di teologia. Se poi comunque l’argomento religioso risulta del tutto indifferente c’ è comunque una storia di avventura all’interno del romanzo, dei personaggi che vivono dei combattimenti e degli incontri pericolosi. Come uso definirlo fuori dalla dinamica religiosa, è uno psicothriller dalle venature horror e chi cerca suspense e scene forti non rimarrà deluso.
6. Quali sono i tuoi progetti futuri legati alla letteratura? Stai scrivendo un altro libro?
Sì, sto scrivendo un altro romanzo, stavolta non di matrice religiosa. E’ un fantasy classico “alla Tolkien”. Questo perché ho una personalità eclettica con molti interessi e a cui piace trattare molti generi diversi.
7. Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?
Alla scrittura non ci sono arrivato tramite un romanzo, ma la prima volta che ho iniziato a scrivere, avevo solo 14 anni, è stato componendo un testo di una canzone per la mia ragazza, che mi aveva appena lasciato. Il dolore è stato il canale che mi ha spinto a scrivere e sempre il dolore ha prodotto moltissime poesie. Invece l’idea di scrivere un romanzo è nata in un periodo molto particolare della mia vita, quando avevo perso tutto, è stata una sfida con me stesso, una prova che ho voluto sostenere e che alla fine sono riuscito a vincere.
Comunque se devo citare un romanzo che mi ha “rivoluzionato” interiormente sicuramente dico “Il Signore degli Anelli” di Tolkien, poesia in prosa.
8. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Premetto che leggere è sempre una meravigliosa avventura culturale che vale la pena vivere al di là dei gusti soggettivi o di quello che un singolo libro può lasciarti, perché un libro lascia sempre qualcosa. Quindi per me è un po’ difficile rispondere a questa domanda, però se devo proprio non consigliare un grande classico fantasy direi forse “La spada di Shannara” di Terry Brooks. Però ci tengo a sottolineare che è solo un’opinione personale e non sul valore in sé dell’opera.
9. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
A che punto sei adesso della tua vita Alessandro? Solo all’inizio. Riuscire a pubblicare è un grande traguardo, ma la cosa più importante è trovare un pubblico che possa prima leggere e poi magari anche apprezzare quello che hai
scritto. Il cammino di scrittore inizia solo adesso!