1. Per iniziare… raccontaci qualcosa di te, qualcosa che vorresti che i nostri lettori sapessero prima di entrare in contatto con il libro che hai scritto.
Innanzitutto, buongiorno a tutti e grazie per questa bella opportunità. Posso cominciare dicendo che la forte componente autobiografica rende sicuramente il libro che ho scritto diverso da tutti gli altri fantasy. Vi è una profondità molto marcata, senza però togliere tutti gli elementi fantastici che caratterizzano il genere. In esso si può trovare sia la mia sofferenza passata che le mie speranze affinché gli enormi progetti che ho ideato si realizzino. Progetti che potrebbero cambiare il modo di vedere le cure alternative, valorizzandole, e per i quali il libro si pone come punto di partenza.
2. Dovendo riassumere in poche righe la trama dell’opera “L’incantatore dei sigilli – La crescita del Druido” cosa diresti?
Reish, un giovane aspirante Druido che vive al villaggio della Quercia, si ritrova, suo malgrado, costretto a crescere molto in fretta. Gli eventi lo condurranno verso questo cammino di scoperte e conoscenze in cui è indispensabile non fare passi falsi, attraverso paesaggi mutevoli e razze mai conosciute prima. Ogni incontro sarà determinante, ogni luogo sarà fonte di sapere.
3. Cosa ti ha spinto a scrivere quest’opera fantasy che accompagna il protagonista a diventare un adulto capace di gestire i propri poteri?
Come ho in parte anticipato prima, due sono le grandi motivazioni che mi hanno spinto a scrivere. La prima è senz’altro la voglia di racchiudere il dolore per la perdita di mio padre, avvenuta quando ero bambino, all’interno di un mondo fantasy, evitando così di essere risucchiato io stesso in un mondo alternativo. La seconda motivazione è legata ad importanti progetti che riguardano la Medicina tradizionale e quella alternativa – erboristica. Con le vendite di questo libro spero di riuscire a raccogliere denaro sufficiente per creare una struttura in grado di fondere le due medicine, il tutto rigorosamente provato dal punto di vista scientifico. Si tratterebbe di un luogo in cui un team di esperti collaborano per portare a tutti le cure più innocue e prive di effetti collaterali, a costi davvero accessibili. Questo perché credo nelle potenzialità della Natura (e ai modi di dimostrarlo), credo che le persone abbiano il diritto di avere un’alternativa valida, credo che la salute sia un diritto di tutti e che non bisogna lucrare sulle malattie e sulla sofferenza, bensì aiutare, fin dove è possibile.
Quando mio padre morì di una grave malattia ero bambino e pensavo: “Se fossi stato grande, avrei avuto conoscenze in più e forse avrei potuto fare qualcosa”. E’ un po’ questo il significato: per me la conoscenza è il più grande potere che possa esserci e, grazie ad essa, ci si può definire adulti.
4. Quale significato vorresti che il lettore cogliesse entrando in contatto con le parole del tuo libro? In particolare qual è il significato meno immediato che vorresti fosse comprensibile?
Il significato che vorrei che il lettore cogliesse è che non esiste ostacolo che non possa essere superato. Anche quando una montagna sembra troppo grande per essere oltrepassata, si ha comunque la possibilità di scegliere. La potrai aggirare o scalare, qualunque sia la fatica che farai, perché di certo sarà sempre meglio del restare fermi a guardarla.
Il significato meno immediato può essere ricondotto a questo. Bisogna sempre credere in se stessi senza vergognarsi di chiedere aiuto quando se ne ha bisogno.
5. Il tuo libro farà parte della trilogia “L’incantatore dei sigilli”. Hai già in mente il prosieguo della storia? Ci puoi svelare qualcosa?
Esattamente, questa trilogia de “L’Incantatore dei Sigilli” si chiamerà “Il secolo di Talimal”. Beh…sì, direi proprio che ho in mente il proseguo della storia. Diciamo che con l’idea sono arrivato al 6° libro, quindi due trilogie. Ci saranno molte sorprese già dal secondo libro. Entreranno in scena tantissimi personaggi, ognuno con una storia molto particolare. Si cominceranno a creare intrecci e ci saranno numerose occasioni di scontro e di sfida, anche d’intelletto. Rispetto a questo primo libro, inoltre, le descrizioni probabilmente saranno molto più presenti. Infatti in questo primo volume, “La crescita del Druido”, ho fatto in modo che il lettore entrasse in questo mondo attraverso i disegni che ho inserito nel corso del testo. Ho voluto creare una sorta di “vedo-non vedo” che spingesse il lettore a incuriosirsi per capire qualcosa in più, senza che gli venisse detto nulla in modo diretto, di questo Mondo e della sua storia.
6. Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?
Bella domanda. Diciamo che ci sono numerosi libri che mi hanno spinto a scrivere in modo un po’ diverso, probabilmente anche discutibile. Ultimamente, infatti, ho letto troppo spesso un continuo imboccare il lettore, da parte dell’autore, di nozioni e intuizioni, impedendo così il completo assorbimento nella lettura. Ciò mi ha sicuramente spinto a cambiare rotta.
7. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Non credo ci siano libri da non consigliare. Ogni scrittura è comunque il prodotto di una mente che, per un motivo o per l’altro, ha voluto raccontare una storia in modo elegante, mostrandosi al mondo. Già solo per questo motivo, ogni libro meriterebbe lettura.
8. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Devo dire di essere, in questo momento, al settimo cielo perché vedo il concretizzarsi di sogni, progetti ed obiettivi centrati in pieno… Sento che la strada è quella giusta, anche se sono ancora all’inizio. Per ora, non saprei proprio dire a quale domanda vorrei rispondere.
Vi ringrazio moltissimo per questa intervista e porgo cari saluti a tutti coloro che mi stanno leggendo ed un caldo invito ad addentrarsi nel mondo de L’Incantatore dei Sigilli.