Intervista allo scrittore emergente Antonio Vasselli
1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del libro Uno spritz per il commissario Mezzasalma, cosa diresti?
Il passato, l’accaduto può riservare delle sorprese. È il caso del giallo in oggetto, la cui vicenda si annoda tra gli anni ’70 e quelli contemporanei.
2. Da quale ispirazione o idea sei partito per scrivere questo giallo in cui un corpo mummificato viene rinvenuto e delle lettere anonime vagano con i loro messaggi per la città?
L’incipit è sopraggiunto da una emozione. Presi un libro in biblioteca a Saronno, e tra le pagine trovai degli appunti scritti di pugno da una persona sconosciuta, la quale fece degli apprezzamenti verso una giovane donna. Ecco il passato che ritorna in punta di piedi.
3. Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo questa storia? Quale segno vorresti lasciare in loro?
La vita è sacrosanta per tutti gli abitanti della Terra. Si uccide non per soddisfare primarie necessità di sopravvivenza, ma per giustificare a noi stessi il bisogno di accettarsi sempre vincitori o superiori agli altri. Terminata la lettura, solitamente mi accompagnano domande e riflessioni. Mi auguro che ciò possa accadere ai lettori che seguono le indagini del commissario Mezzasalma.
4. Se Antonio Vasselli dovesse utilizzare tre aggettivi per definire Uno spritz per il commissario Mezzasalma, quali userebbe?
Preferisco scrivere piuttosto che giudicare. Proverei a rimettere in gioco tale richiesta, girarla ai lettori.
5. Che cosa ti ha fatto capire che il giallo era il tuo genere letterario?
Scavare dentro la personalità di chi ho davanti mi sempre suggestionato.
6. Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Non certo perché glielo ha prescritto il medico. L’empatia nasce anche tra i lettori e gli scrittori.
7. Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Scrivo parecchie ore al giorno. Sì, sto lavorando da tempo sopra un testo, ma è “topsecret”.
8. Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?
Mi piace tanto rileggere libri dopo anni, tra questi c’è sempre Simenon e Scerbanenco. Ho da poco terminato di leggere Fred Vargas, ma le poesie “Elogio dei sogni”, di Wislawa Szymborska, sono un toccasana per l’anima.
9. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Sei soddisfatto per quello che fai?
Mi reputo un fortunato, uno di quelli che non si piangono addosso con seghe mentali. La produttività artistica è sinonimo di attività intellettiva, quindi… cogito ergo sum!