La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Carlo Zannetti autore del libro Il tormento del talento
1) Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro Il tormento del talento, cosa diresti?
Nel mio caso, nella mia vita, poche cose hanno avuto un senso. Non sono mai stato capace di fare tanti calcoli prima di fare una cosa, ho sempre agito seguendo il mio istinto. Anche in questo frangente, nel mio libro “Il tormento del talento”, ho scritto questi racconti ascoltando le parole dei testi, le inflessioni delle voci, leggendo articoli sulla vita di queste grandi star e cercando soprattutto di comprendere i loro stati d’animo affiancati molto spesso da una sensibilità molto sviluppata. Ho cercato di capire quanto può influire la casualità nella nascita di un mito, ho cercato di emozionarmi fino alle lacrime, seguendo la loro musica nota per nota. Ogni lettore potrà trovare il suo senso, ragionando con il cuore.
2) Da dove nasce l’ispirazione per questo libro pieno di incontri importanti con star internazionali?
L’ispirazione nasce da un presupposto mio e del tutto personale. Io credo che ogni incontro che facciamo nella vita possa in qualche modo lasciare un’impronta nella nostra personalità, per cui diveniamo in modo graduale ciò che decide il caso. Quando stringo una mano ho come l’impressione che avvenga una sorta di trasmissione telepatica e che la nostra mente sia come già programmata per assorbire determinate cose ed eliminarne altre. Quando ho avuto la grande fortuna di incontrare Levon Helm a Londra ho capito subito che ne sarebbe nata un’amicizia, e che lui sarebbe riuscito a trasmettermi alcuni valori che poi in seguito sarebbero divenuti fondamentali per la mia crescita. Così è stato. Scrivendo questi racconti mi sono come trovato catapultato di fronte a questi grandi talenti, l’ispirazione è nata dai loro occhi.
3) Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Vorrei che i lettori possano riuscire a raggiungere la convinzione che certi eccessi tanto pubblicizzati da molti giornalisti, non sono solo da considerarsi vizi o debolezze, ma sono da considerarsi anche come uniche possibilità per certe persone che devono riuscire a campare decentemente in un inferno di vita. Quando si parla di talenti internazionali di questo calibro si scoprono alcuni retroscena di vita agghiaccianti; i genitori, la carenza di affetti, la solitudine, i mostri dell’infanzia, la povertà…
4) C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
Sì, un capitolo dedicato a Levon Helm.
5) Se Carlo Zannetti dovesse utilizzare tre aggettivi per definire Il tormento del talento, quali userebbe?
In parte biografico, non cronologico e molto pulsionale.
6) Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Probabilmente per riflettere sulla vita, sul destino e per porsi di nuovo la domanda che purtroppo rimarrà sempre senza una vera risposta, ovvero, si nasce o si diventa…
7) Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Ho appena pubblicato una nuova versione della mia canzone “Susy per sempre” scritta negli anni ’90 e sono già impegnato nella scrittura di un nuovo libro che sarà dedicato agli indizi presenti nel mio passato, a suo tempo rimasti indecifrati, e che invece avrebbero potuto descrivermi tranquillamente il mio futuro.
8) Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?
S’intitola La sofferenza di una vita senza senso dello scrittore Victor Frankl.
9) Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Credo che valga la pena di leggere tutto ciò che capita. Una volta trovai un libro dimenticato su una panchina, pensai fosse destino, e lessi anche quello.
10) Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Da uno a dieci quanto ti senti solo…10.