Intervista allo scrittore Christian Biasi
1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuoi libri Celtic saga, cosa diresti?
Descrivere la cultura e la storia dei Celti dal loro punto di vista, attraverso l’esperienza di un racconto che faccia conoscere al lettore il loro mondo e le loro vicende, e allo stesso tempo lo possa intrattenere con una narrazione ricca di avventura, azione e pathos.
2. Da dove nasce l’ispirazione per questi romanzi in cui troviamo il conflitto da risolvere tra bene e male?
L’ispirazione per questi romanzi nasce da un profondo amore per la storia antica e in particolare per quella che, se è stata raccontata, lo è stata solo dal punto di vista dei vincitori. L’intento quindi è quello di mostrare anche l’altra faccia della medaglia. Riguardo al tema specifico del conflitto tra il bene e il male, bhe, è un topos letterario ricorrente nel genere dei romanzi storici e in quelli fantasy, e quindi anche in quello specifico del romanzo storico fantasy in cui colloco i libri di Celtic Saga.
Di conseguenza, sentendo che questo conflitto sia oltremodo attuale, oltre che eternamente presente in ogni epoca, e trovandolo in vari aspetti delle leggende e dei miti dei Celti, in modo quasi naturale è diventato uno dei pilastri narrativi del racconto della saga.
3. Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Mi auguro, come mi sembra di percepire dall’entusiasmo dei primi feedback che ho avuto, che il lettore si appassioni alle vicende dei personaggi e dei popoli del racconto, grazie anche alle emozioni e al gusto per l’avventura che la narrazione cerca di trasmettere con la sua trama, che è frutto di un attento studio di storia a culture in cui si muovono i protagonisti. Di conseguenza l’espediente del racconto spero che non sia fine a se stesso, ovvero esclusivamente intrattenimento, ma che possa trasmettere anche una conoscenza di base del mondo dei Celti, dando stimoli ad approfondire l’argomento.
Da qui nasce l’idea dell’uso di parole nelle lingue originali (Celtico Continentale, Brittonico, Gaelico, Latino e Antico Norreno) accompagnato da un glossario che le descriva e arricchisca con ulteriori informazioni la narrazione. Questa operazione l’ho fatta in modo semplificato, come salterà agli occhi di chi è esperto dell’argomento, ma è stata una scelta che ho operato per fare in modo che la lettura sia accessibile anche ad un lettore digiuno della cultura dei Celti, e che in questo modo possa appassionarsi a questo magico mondo.
4. C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere ai romanzi, quando li hai letti dopo la pubblicazione?
Più che aggiungere qualcosa a i romanzi, dopo la pubblicazione del primo libro, mi sono reso conto che la prima parte (i primi tre capitoli) non sono commercialmente studiati per ”vendere” il romanzo. Oserei dire che sono molto selettivi, poiché introducono il lettore al mondo dei Celti con molti particolari storici. Ma poi la conferma dei lettori che hanno apprezzato il racconto, mi ha convinto che, anche se non è stata una scelta felice commercialmente, è stata una scelta onesta.
Spesso mi è successo di leggere dei romanzi che partivano in modo dirompente, per poi perdersi lungo la strada. Vi assicuro che il primo libro di Celtic Saga è l’esatto contrario, ostico all’inizio, prende quota con il passare dei capitoli, in un crescendo fino alla fine, e arrivando alle ultime righe, ritengo, spero, e mi è stato detto, che il lettore rimane con una bella emozione e sensazione di appagamento, unita ad una aspettativa per il seguito della saga.
5. Se Christian Biasi dovesse utilizzare tre aggettivi per definire i suoi libri, quali userebbe?
Studiati, sudati e sorprendenti. Nel senso che dietro l’architettura della trama vi è uno studio storico, unito ad una ricerca di fonti archeologiche e mitologiche. Per fare un esempio, nella descrizione della sede reale del Re Supremo d’Irlanda, mi sono rifatto ad una relazione archeologica del sito di Tara, per l’ambientazione, mentre per le vicende che vi prendono luogo ho attinto ai personaggi del Ciclo Mitologico Irlandese, in particolare a quelli del Ciclo dell’Ulster, con la Regina Medb e del suo consorte Ailill Mac Màta.
Sudati perché essendo una pubblicazione indipendente con mezzi limitati, ha necessitato di grande impegno in ogni suo aspetto. Sorprendente spero per il lettore, ma di certo per me che ne sono l’autore, poiché vi assicuro che molti sviluppi narrativi sono nati, o forse dovrei dire che hanno preso vita, durante la scrittura stessa, in maniera inaspettata. ”The tale grew in the telling” diceva Tolkien, il racconto si è ingrandito, è cresciuto, nel raccontarlo!
6. Perché credi si debba leggere la tua saga?
Credo che un amante della storia o del fantasy possa trovare la mia saga interessante, nonché, spero, avvincente ed emozionante, con il duplice beneficio dell’intrattenimento della lettura, e dello stimolo alla conoscenza del mondo antico e di quello dei Celti.
7. Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Sto iniziando a progettare il terzo racconto di Celtic Saga, che proseguirà con le vicende del secondo libro, e sarà ambientato tra la fine del I sec. a.C. e l’inizio del I se. d.C., a cavallo tra i due millenni, in piena era dell’Impero di Augusto. A tal proposito vi posso anticipare che la prima parte del libro avrà come sfondo il culmine della guerra civile di Roma, vedendo una parte dei protagonisti celtici coinvolti nelle vicende della resa dei conti tra Ottaviano e Marco Antonio, ad Alessandria d’Egitto, con la presenza quindi anche di Cleopatra, e l’interessante spunto della Biblioteca Alessandrina e della sterminata cultura ivi custodita… un altro nuovo scenario sarà l’Hispania, insieme ai precedenti di Irlanda e Britannia, alle terre Scandinave e alle Gallie.
8. Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?
In questo ultimo anno non ho ahimè avuto tanto tempo per leggere, essendo stato occupato anche con la traduzione inglese del mio primo libro, ma comunque ho riletto un romanzo che è uno dei miei preferiti: ”Il cuore di Derfel” del ciclo di Excalibur di Bernard Cornwell. Un solo aggettivo, stupendo.
9. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Non ho una lista nera di libri che non consiglierei, poiché sono una lettore molto attento nella scelta dei libri da leggere. Quando sono in una libreria fisica posso perdermi anche per un’ora o più al suo interno, a spulciare gli scaffali fino a trovare un libro che mi coinvolga. Cerco di non limitarmi alla prima impressione di titolo, copertina e sinossi, o nome dell’autore, ma per quanto possibile sfoglio il libro al contrario, cercando di coglierne qualcosa dalle ultime pagine.
10. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
La domanda che non mi è stata fatta e a cui vorrei poter rispondere è:
Quanto è esteso il progetto dei libri di Celtic Saga?
La risposta è di alcuni volumi, forse fino a sette libri in totale, se riuscirò a portarla a termine, poiché la trama che ho in mente andrà molto lontano nello spazio e nel tempo, rispetto alle vicende da cui ha avuto inizio. Il secondo libro appena pubblicato doveva essere solo una parte, un centinaio di pagine in origine, ma è cresciuta fino a 373 pagine, spostando quindi il proseguo del racconto nel terzo libro a cui sto lavorando. ”The tale grew in the telling” citando nuovamente il maestro del fantasy, Tolkien!