1. Per iniziare… raccontaci qualcosa di te, qualcosa che vorresti che i nostri lettori sapessero prima di entrare in contatto con il libro che hai scritto
Sono nata a Grottaglie un paese situato nella provincia di Taranto e ho conseguito la laurea in giurisprudenza presso L’Università degli studi di Firenze. Attualmente svolgo la professione di avvocato e vivo a Grottaglie insieme a mio marito e ai miei due figli: Rebecca di anni 13 e Giulio di anni 11. Ho scritto il libro per due ragioni: la prima è che ho voluto trasmettere ai miei figli e a tutti i ragazzi adolescenti il valore fondamentale del rispetto per la natura. In un territorio come quello in cui vivo circondato da “mostri” – ILVA e DISCARICHE VARIE – solo una seria sensibilizzazione del rispetto del paesaggio e della natura può aiutarci a ripristinare quell’ordine naturale molto spesso vituperato e sbeffeggiato in nome di ragioni economiche. Soventemente non si comprende che distruggendo l’ambiente, l’uomo distrugge se stesso. La seconda ragione è che ho voluto consegnare loro anche le bellissime emozioni che la natura mi regala: il profumo della terra bagnata, i meravigliosi colori dell’autunno, il senso di pace e di tranquillità che provo quando sono in un bosco.
2. Dovendo riassumere in poche righe il senso del libro “I misteri di Red Maples” cosa diresti?
Penso che il senso del libro possa riassumersi nella frase “Magnifica la natura e la natura ti magnificherà” ciò a indicare lo stretto, indispensabile e vitale legame che deve esserci tra uomo e natura.
3. Alla base del tuo romanzo per ragazzi c’è il ritrovamento di alcune pagine di un libro celtico e una maledizione da contrastare. In questi anni, sempre più spesso, i giovani sono attratti dalle storie di magia. Qual è il motivo per te?
La magia ha sempre solleticato la curiosità di tutti, non solo dei ragazzi e non solo di quelli attuali. Forse la ragione è da individuare nella necessità di allontanarsi ed estraniarsi, almeno per poco, dal mondo e dai problemi reali per rintanarsi in un mondo fantastico magico dove poter in qualche modo realizzare i nostri desideri e far sentire la nostra voce.
4. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il libro? Quale significato non del tutto esplicito vorresti potesse cogliere?
Oltre al palese riferimento al rispetto della natura nel libro sono evidenziati anche altri valori, non del tutto espliciti che vorrei che i ragazzi comprendessero quali: lo spirito di gruppo e il senso di appartenenza – nel libro i ragazzi fanno corpo unico per la soluzione dei problemi; la necessità e l’utilità della interculturalità come fonte di grande ricchezza; l’amore per i libri che possono aprirci a mondi sconosciuti; il rapporto dialettico tra le diverse generazioni (le pagine di un libro celtico vengono consegnate dal nonno a Mark).
5. La natura ha un equilibrio che non deve essere alterato, ma anzi va preservato. Soprattutto i giovani hanno bisogno di essere educati alla cura della Terra. I libri possono istruire da questo punto di vista? Cosa pensi si possa fare per non alterare l’equilibrio naturale del cosmo?
Certo la natura, come già detto, ha un ordine che non deve essere alterato e penso che anche i libri possano servire a educare i giovani alla cura della grande madre terra, come qualsiasi altra forma di espressione che possa servire a creare coscienze sensibili. Solo creando questa sensibilità sarà possibile ricostituire l’equilibrio naturale del cosmo, già gravemente alterato.
6. Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?
Non c’è stato un romanzo in particolare che ha “rivoluzionato” la mia vita conducendomi alla scrittura. Il libro è nato semplicemente da una esigenza, profondamente sentita, di voler esprimere e comunicare le mie emozioni e la bellezza della natura…
7. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Quel libro non l’ho ancora letto.
8. Adesso è arrivato il momento per porti da sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Mi piacerebbe che qualcuno mi chiedesse: E’ possibile secondo te cambiare lo stato attuale delle cose, in particolar modo nel tuo territorio che sta vivendo un momento di profonda crisi economica, sociale e soprattutto ambientale?
A questa domanda risponderei che è nella possibilità degli uomini cambiare in meglio le cose purché tutti diano il loro contributo, anche minimo, e concluderei con due frasi emblematiche che hanno sempre accompagnato il mio pensiero: la prima, che non so a chi appartenga, è quella che recita “il molto sarebbe niente senza il poco di tutti”; la seconda appartiene a John F. Kennedy “Non chiederti cosa lo Stato può fare per te chiediti cosa tu puoi fare per lo Stato.”