La redazione di Recensione Libro.it intervista Aaronne Colagrossi autore del libro “Megalodon – Il predatore perfetto”
1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Megalodon – Il predatore perfetto”, cosa diresti?
“Megalodon – Il predatore perfetto” è un romanzo per il grande pubblico, ma anche per chi ama stare in mare e specialmente sotto il mare. È scritto per un lettore che ama l’avventura, il viaggiare, il vedere nuovi posti e soprattutto lo scoprire il lato nascosto del pianeta Terra, specialmente quella parte del mondo sommersa dalle acque. Sappiamo tutti quel ritornello: “mandiamo l’uomo sulla Luna e non conosciamo nemmeno i nostri abissi”. In fondo è la verità. Lo scrittore Lovecraft anche lo sosteneva, dicendo che “non conosciamo le creature che vivono negli abissi non scandagliati del nostro pianeta”.
Ebbene: io vi porterò in quegli abissi alla scoperta del grande squalo megalodon e di tante altre creature di cui non sospettavate nemmeno l’esistenza.
2. Da dove nasce l’ispirazione che ti ha spinto a raccontare questa storia che conduce agli abissi del mare con un incontro inaspettato?
Nel 2006 mi laureai in scienze geologiche dopo una tesi di quasi un anno e mezzo in geologia e paleontologia degli squali. In una remota zona al confine tra Abruzzo e Molise (la mia terra d’origine) era stato scoperto un dente di Carcharocles (Otodus) megalodon, il grande squalo. Raccolsi una quantità immane di fossili, rocce e dati nel corso di quegli anni, identificando sette generi ormai estinti di squali fossili in una formazione geologica ben precisa.
Al termine della mia seconda laurea nel 2009, sempre in geologia, mi ritrovai un caldo pomeriggio di luglio a contemplare la mia collezione di fossili di denti di squalo. Così decisi di scrivere una storia su questo grande squalo, un romanzo fittizio ma ancorato saldamente a elementi scientifici reali. Nel 2012 la prima edizione di Megalodon vedeva la luce con l’Editore il Frangente di Verona, e nel 2018 una seconda edizione con copertina rinnovata su Amazon.
3. Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Una sola cosa: che l’uomo non può e non deve distruggere la natura. La soppressione di intere specie, di interi ecosistemi non è più sostenibile per noi umani, la natura può ribellarsi e, detto fra noi, da autore, geologo, e paleontologo, sono contento che lo faccia. Perché è l’unica strada per far comprendere alle masse l’importanza del rispetto per la natura, che sia una pianta, uno squalo o uno sversamento di petrolio. Non possiamo più permettercelo, e lo stiamo vedendo tutti i giorni in TV.
4. C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
No. La seconda edizione del 2018 ha visto un aggiornamento e un editing scientifico e navale rispetto alla precedente.
5. Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “Megalodon – Il predatore perfetto”, quali useresti?
Poderoso, ancestrale, forte.
6. Perché credi si debba leggere il tuo libro?
È un libro che è stato letto da tutte le fasce di età, proprio perché il mare è misterioso e attira moltissime persone. La nuova edizione del 2018 ha raggiunto e credo ormai superato con questa estate le 3000 copie vendute in tutta Italia tramite Amazon, con oltre duecentomila pagine lette sui vari programmi. Sono soddisfattissimo di come i lettori lo abbiano recepito e soprattutto in molti, sia su Instagram che su Facebook mi chiedono a gran voce un secondo capitolo sul grande squalo, un desiderio che sto esaudendo proprio in questi mesi con una nuova storia.
7. Quando c’è di vero in questo libro e quanto è frutto della tua fervida immaginazione?
Come ho detto è una storia fittizia di criptozoologia, ma è saldamente ancorata a elementi reali. La tecnologia subacquea citata, come molte delle creature descritte, esistono realmente; i fossili descritti sono tutti documentati nelle moderne scoperte riguardanti questi grandi squali. In definitiva gli elementi reali sono tantissimi e ho cercato di ancorarli all’elemento fittizio che ricorre come domanda: è ancora possibile trovare negli oceani questi enormi squali?
8. Perché richiamare in vita uno squalo preistorico?
Perché sono stati i più grandi pesci predatori mai esistiti sul nostro pianeta. Sin dagli inizi del Novecento le mascelle gigantesche di questi squali troneggiavano nelle sale museali del mondo affianco degli scheletri dei dinosauri. Erano mascelle ricostruite erroneamente, certo, ma il desiderio di fondo rimaneva: tutti volevano vedere un dinosauro ancora in vita da qualche parte, in un Mondo Perduto. Tutti volevano (e vogliono tuttora) sapere se negli abissi del mare è possibile incontrare questi giganteschi squali predatori. È insito nella natura umana, credo.
9. Ti sei ispirato a qualche autore in particolare per questo romanzo?
Sotto consiglio del mio editor, nel 2010 e nel 2011, studiai le tecniche di Clive Cussler, John Grisham e Michael Crichton. Naturalmente conoscevo già da moltissimo tempo questi autori, ma studiandoli ho capito molto di più sulle loro tecniche di quanto non avessi fatto da ragazzo.
10. Se dovessi indicarci solo un titolo tra i tuoi libri preferiti di sempre, quale diresti?
Jurassic Park. In definitiva credo sia il romanzo di avventura che più mi affascina, Crichton è stato geniale.
11. In che genere ti piacerebbe cimentarti di quelli che non ti appartiene per un libro che sai non scriverai mai?
Horror, e non ci metterei la mano sul fuoco che non lo scriverò mai.