Intervista alla scrittrice Daniela Depedrini
1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro Senza di te, cosa diresti?
Il libro parla di un’evoluzione in cui la protagonista impara ad accettare cose e persone per ciò che sono, scegliendo di aprirsi al perdono anziché logorarsi nel rancore. Direi che il senso sta nel valore della verità, che è giusto accettare per sé e garantire alle persone che amiamo come primo atto d’amore.
2. Da dove nasce l’idea che ti ha portato a raccontare la storia di un amore tormentato, ma che porta alla consapevolezza di sé e di ciò che è meglio fare per essere sereni?
Nasce dalla constatazione di quanto male siano in grado di farsi le donne che “aspettano” – nel senso più ampio della parola – che qualcosa o qualcuno cambi per loro o grazie a loro. In questo modo, non solo sprecano tempo ed energie preziose senza ottenere risultati ma perdono anche l’occasione di investire quelle energie su loro stesse e sul proprio futuro.
2. Da quali elementi sei partita per scrivere il tuo romanzo?
Ho cercato di mostrare e far dialogare tra loro esperienze e punti di vista alternativi su una stessa vicenda (quella di un amore extraconiugale) a partire dalla posizione di 3 donne in 3 ruoli differenti: la moglie, l’amante e la figlia di un marito adultero.
3. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il tuo libro?
Il valore della verità e quello del perdono…alimentare la rabbia non serve a nessuno; per guarire davvero è necessario perdonare.
4. Se Daniela Depedrini dovesse utilizzare tre aggettivi per definire Senza di te, quali userebbe?
Intenso, onesto, evocativo.
5. Perché credi che si debba leggere il tuo romanzo?
Perché le relazioni umane sono l’unica cosa che conta davvero per diventare uomini e donne. Più sono importanti più insegnano qualcosa.
6. Da dove nasce la passione per la scrittura?
Dal piacere di dire la mia? Non lo so, forse è solo una proiezione narcisistica, ma potrebbe anche essere un modo come un altro per elaborare quel che si vive ogni giorno… del resto il racconto è antico quanto l’uomo; chissà!
7. Hai nuovi progetti in vista? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Ho già scritto buona parte di un libro che parla di un amore extra coniugale, questa volta però dal punto di vista maschile. Sentivo il bisogno di dare voce all’altra metà del cielo visto che Senza di te offre una visione non femminista ma quasi esclusivamente femminile. Non ho idea di quando riuscirò a finirlo perché ho in programma altre scadenze per i prossimi mesi… quindi sui tempi, per ora, non dico nulla.
8. Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?
Non ce n’è uno in particolare, ma amo molto i russi, come Tolstoj, Dostoevskij… la Némirovsky
9. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Volendo fare dell’ironia direi Guerra e Pace, perché Tolstoj ha raccontato tutto quello che si può raccontare in modo così preciso e sublime che dopo di lui tutto il resto rischia di sembrare superfluo…
10. Adesso è arrivato il momento per porti da sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Nessuno mi ha mai chiesto se, dal punto di vista di Anna, sia comunque valsa la pena vivere la storia con Francesco… la risposta è sì, perché i grandi amori, le grandi passioni hanno sempre una funzione che interessa in primo luogo la crescita dell’anima. Lei stessa lo intuisce quando a pagina 171 afferma: “Forse ci sono amori destinati, unicamente, a traghettarci… da un punto all’altro dello spazio, dentro un’altra dimensione e noi sbagliamo a proiettarvi quello che abbiamo immaginato, sbagliamo a credere che l’uomo possa lasciare facilmente i binari già tracciati. Tu non sei che il pretesto che la vita mi ha offerto per arrivare a fare luce sui miei demoni interiori. Tragicamente, stupendamente. Perché dovrei pensare che non sia stato sufficiente?”