1. Per iniziare… raccontaci qualcosa di te, qualcosa che vorresti che i nostri lettori sapessero prima di entrare in contatto con il libro che hai scritto.
Posso dire che ho sempre avuto un rapporto particolare con la scrittura. Fin da piccolo mi divertivo a leggere romanzi e l’idea di scriverne uno mi ha sempre accompagnato fin quando non sono riuscito a tramutarla in realtà. La mia formazione è prettamente letteraria, sono laureato in Storia Contemporanea, e sono fermamente convinto che la cultura possa essere un modo per migliorare la vita di tutti.
2. Dovendo riassumere in poche righe il senso del libro “La rivincita di Zord” cosa diresti?
Viviamo in un mondo terribile dove in tanti sognano l’idea di poter, un giorno, costruirne uno migliore. In tanti hanno favoleggiato di “rivoluzioni”, la mia idea ambiziosa è stata quella di provare a trasporre questa grande utopia all’interno del mondo fantasy. Una rivoluzione in salsa fantasy insomma, una sorta di metafora del nostro mondo, è questo il senso che ho cercato di dare alla mia opera.
3. Il tuo libro, primo capitolo della trilogia fantasy “La città ribelle”, mostra pregi e difetti dei personaggi che descrivi, alcuni dei quali mossi da sentimenti di rivalsa e spinti a compiere azioni brutali per la conquista del potere. Per quanto si tratti di un fantasy è ben evidente quanto di attuale ci sia nel tuo libro. Per scriverlo ti sei ispirato alla realtà che ci circonda, alla società in cui viviamo?
Ovviamente sì. Le avventure che descrivo sono sicuramente figlie del nostro mondo e ho cercato di tratteggiare dei personaggi molto verosimili, lontani dai luoghi comuni fiabeschi e del fantasy. In questo senso posso dire che la società in cui viviamo, ma anche la stessa storia umana, hanno rappresentato per me una grande fonte di ispirazione.
4. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il tuo libro?
Mi piacerebbe che i lettori familiarizzassero con il concetto stesso di “Rivoluzione”, un concetto che oggi evoca solo ricordi romantici o rimanda a paure non meglio specificate. Sarebbe molto bello se i lettori si ritrovassero in qualche modo nella lotta che scorre nelle pagine del mio libro, magari vedendo nella lotta contro le ingiustizie per un mondo migliore uno spunto per osservare la realtà che ci circonda con uno spirito critico, capendo che forse non è impossibile poterla cambiare, se davvero lo si vuole.
5. Quali elementi predominanti e significativi hai inserito nel primo capitolo della saga fantasy per raccontare questa storia? E quali sono i valori che possono contrastare la bramosia, i tradimenti e le violenze di cui hai parlato nel tuo romanzo?
Tra gli elementi che ho voluto inserire sicuramente la sete di potere che sa sempre contraddistingue la storia degli esseri umani. Per il potere l’uomo ha da sempre fatto qualsiasi cosa, di conseguenza ho voluto trasporre tutto questo in un mondo immaginario. Tra i valori positivi che invece ispirano i personaggi che lottano contro la violenza, la bramosia e l’ingiustizia sicuramente quello dell’amicizia, della fedeltà, dell’idealismo, valori che trovo siano diventati merce rara anche nel mondo che ci circonda.
6. Quali sono i tuoi progetti futuri? Sappiamo che si è ormai quasi conclusa la saga “La città ribelle”, puoi anticiparci qualcosa sui prossimi capitoli?
Dopo “La Rivincita di Zord” e i “I Fiori della battaglia” a breve uscirà anche il terzo e ultimo capitolo della saga, “Il Giudizio della Spada” che concluderà definitivamente la saga “La Città Ribelle”. Posso anticipare che la storia avrà finalmente una fine anche se sarà un finale che lascerà aperte diverse possibilità. Sicuramente un giorno conto di continuare in qualche modo la storia anche se mi piacerebbe cimentarmi anche con altri generi, magari un romanzo storico oppure un racconto che parla dei nostri giorni.
7. Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?
Impossibile nominarne solamente uno. La passione per la lettura l’ho coltivata sin da piccolo, libro dopo libro.
Posso dire di dovere molto a Tolkien e R.R. Martin, è grazie ai loro libri che mi sono innamorato del Fantasy e che ho maturato la voglia di provare a scriverne uno. Mi piacciono però anche i grandi classici, al punto che tra i miei romanzi preferiti annovero “Il Castello” di Kafka e “Il sentiero dei Nidi di Ragno” di Italo Calvino.
8. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Una domanda che non mi piace perché a mio giudizio dal momento che siamo tutti diversi abbiamo anche esigenze e gusti differenti. Un libro che io trovo pessimo magari potrebbe piacere a tanta gente, esiste una soggettività. Posso sicuramente dire che personalmente non apprezzo i “fenomeni letterari” che diventano tali più grazie alla pubblicità mediatica che all’effettiva qualità del testo.
9. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Beh, potrei chiedermi ad esempio chi me lo ha fatto fare a diventare uno scrittore dal momento che emergere è difficilissimo e soprattutto richiede tanta fortuna più che bravura. Ma risponderei senza ombra di dubbio che è una sfida che sono contento di aver provato a fare, e saranno i lettori poi a decidere se ho fatto bene o no.