1. Per iniziare… raccontaci qualcosa di te, qualcosa che vorresti che i nostri lettori sapessero prima di entrare in contatto con il libro che hai scritto.
Sono nonno di una bellissima nipotina di cinque anni e quando ho scritto questo libro avevo sessantacinque anni. Un esordiente di sessantacinque anni credo sia una cosa insolita. Eppure é stata un’esperienza appassionante che mi ha coinvolto moltissimo.
2. Dovendo riassumere in poche righe il senso del libro Sotto il sole di gennaio cosa diresti?
Ci sono diverse chiavi di lettura. Una è certamente il conflitto tra ragione e sentimento che è comune a molti e serve a ricordare che anche nelle persone più fredde e in apparenza sicure non esistono certezze perché il cuore percepisce cose che la ragione non vede. La scoperta dei sentimenti, infatti, ci fa vedere diversa la realtà che ci circonda. Un’altra chiave di lettura riguarda temi importanti come la crisi della famiglia, il confronto-scontro tra generazioni, il rapporto padre-figlia, la difficoltà di comunicare, fino ad una riflessione sulla malattia e l’eutanasia.
3. In questo romanzo ci parli di un amore non più atteso, che appaga i sensi nonostante sopraggiunga in un’età in cui tutto sembra essere già stato scritto. Da dove nasce l’esigenza di raccontare questa storia?
Dal piacere di raccontare una storia controcorrente: quando tutto sembra già scritto, tutto può cambiare. È un messaggio positivo e di fiducia nel futuro perché rinnovando il rapporto verso gli altri e verso noi stessi è sempre possibile trovare nuove sintesi.
4. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il libro?
Di fronte ai fallimenti e agli affanni della vita di oggi, giovani e meno giovani devono avere sempre una speranza: possibile, concreta, purché vogliano mettersi in discussione. Anche in età matura può succedere d’incontrare qualcuno che ti prenda per mano e voglia camminare con te fino a quando c’è vita.
5. La storia d’amore di cui parli è tra un uomo non più giovane e una donna che ha vent’anni in meno. L’età non conta quando ci sono di mezzo sentimenti puri e sinceri?
Sì, è vero. L’età non conta, contano le cose che si condividono, quindi il background culturale in senso lato, gli interessi, la sensibilità verso persone e cose, la disponibilità a rinunciare all’ individualismo, un progetto comune per il futuro.
6. So che Sotto il sole di gennaio ha ricevuto anche qualche riconoscimento. Quali?
Beh, sì. Un premio fa sempre piacere e questo libro ha ricevuto il premio come migliore opera prima nel concorso letterario nazionale Unicorno di Rovigo 2015 ed è stato premiato tra i finalisti del concorso internazionale Michelangelo di Seravezza (Lucca) sempre nel novembre 2015.
7. Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire il tuo libro, quali utilizzeresti?
– Emozionante, perché gli avvenimenti coinvolgono il lettore fino alla fine.
– Delicato, perché tale é il linguaggio e lo stile del racconto.
– Sincero, perché é scritto con il cuore.
8. Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?
Domanda difficile perché negli anni passati mi sono sentito più coinvolto dalla saggistica. In tempi recenti potrei dire due romanzi in apparenza lontani fra loro: Il gabbiano Jonathan Livingston di Bach e Bora di Anna Maria Mori e Nelida Milani
9. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Ogni libro è una scoperta che si può gradire più o meno ma non penso sconsigliare. Da un libro s’impara sempre qualcosa.
10. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Dopo la pubblicazione di questo libro in tanti mi hanno detto che avrei dovuto continuare a scrivere e poiché l’esperienza è stata oltremodo piacevole ho già terminato un altro romanzo a sfondo storico ma ricco di sentimenti. Di questo però ne parleremo un’altra volta.
Un libro che si legge tutto d’un fiato. In un periodo in cui le coppie si disfano in continuazione questo romanzo dà una speranza, propone un esempio da seguire. La fine poi è stata una sorpresa!