Il sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Emanuele Zanardini autore del libro Il destino di stelle cadenti
1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro Il destino di stelle cadenti, cosa diresti?
Il nostro mondo spesso rende le persone delle “solitudini”, abbandonandole in balia delle proprie colpe e dei propri rimpianti, come stelle cadenti delle quali ignoriamo il destino. Ma quando due di loro si incontrano, e si riconoscono, trovano la forza per superare le rispettive paure e mettere al mondo vite nuove.
2. Da dove nasce l’ispirazione per questo libro sulla precarietà, il destino, l’amore?
Nasce dalla necessità di raccontare una storia d’amore indecifrabile, come sono sempre quelle che mi capita di vivere personalmente. Storie intessute di casualità, attese, coincidenze e spesso perdite. E catene che ci legano al passato, porte che non riusciamo a chiudere. Come se non bastasse abbiamo perso tutte le certezze dei nostri padri e madri e ne siamo condizionati. Ma l’amore, pur essendo incerto per definizione, è ancora la forza più grande che esista.
3. Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Non bisogna giudicare le vite degli altri, perché non sappiamo cosa hanno provocato in loro le esperienze vissute. Ai nostri occhi sono solo “fatti”, ma nell’intimo delle persone diventano desideri, frustrazioni, decisioni, azioni. E quanto sbagliato sia pensare che le “istruzioni per vivere” siano uguali per tutti. Forse è uno dei pochi aspetti positivi di questo tempo precario: è stato scardinato un modo di pensare alla vita che ha fatto, tra tante cose belle, anche parecchi danni. Un altro paio di maniche è se poi siamo in grado di adattarci.
4. C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
Alla fine di un libro lo scrittore è sicuro di aver tolto tutte le altre opzioni, per arrivare alla sostanza della sua opera. E quindi questa è la storia che volevo raccontare. Niente di più e niente di meno.
5. Se Emanuele Zanardini dovesse utilizzare tre aggettivi per definire Il destino di stelle cadenti, quali userebbe?
Vitale. Appassionato. Consolante.
6. Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Perché è una vicenda drammatica, alla quale fa da controcanto un racconto leggero, a tratti ironico, di patetiche disavventure amorose, che non sminuisce tuttavia la sofferenza dei protagonisti, non deride sentimenti e aspirazioni forse scontati, ma veri e profondi e sprona a non lasciarsi dominare dalle proprie paure e dalla rabbia per i rovesci della vita.
7. Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Più di uno, in verità e non so se sia un bene. Comunque è così. Non ho il problema dalla pagina bianca, ma ogni scritto ha il suo tempo di maturazione che deve essere rispettato. Tornando alla domanda, in questo momento sto lavorando a due storie. Una riguarda il problema degli “hikikomori”, giovani che si chiudono in casa per mesi e persino anni. Il secondo è un “Romeo e Giulietta” ambientato durante i giorni della famosa strage di Piazza della Loggia, a Brescia, la mia città. Chissà quale dei due arriverà a maturazione per primo.
8. Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?
Ne ho letti una caterva. Si sa, fondamentale per scrivere è leggere molto. Segnalo due libri di Jennifer Niven, “Raccontami di un giorno perfetto” e “L’universo nei tuoi occhi” e “Tanti piccoli fuochi” di Celeste Ng.
9. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
È una domanda molto rischiosa! La risposta potrebbe ritorcersi contro di me (rido). Fuori da ogni ironia, sono convinto che ogni libro diventi talmente personale per chiunque lo legga, che non mi sembra giusto dare un giudizio negativo. Rischierei di far perdere alle persone l’occasione di leggere qualcosa che per loro può essere importante.