La redazione del sito Recensione Libro.it intervista la scrittrice Emilia Masia autrice del libro Il Rombo della felicità
1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro Il Rombo della felicità cosa diresti?
Per me il senso è quello di soffermarci di più sulle piccole cose che ci rendono felici quotidianamente. E direi che ognuno può coglierci un senso diverso condividendo una storia di un’esperienza con un popolo totalmente differente dal nostro, dalla cultura, dalla religione e dal senso che danno alla vita che vivono.
2. Sappiamo che c’è tanto di personale in questo libro. Ci puoi raccontare come è nato e qual è stata l’esperienza che hai vissuto?
Come ho scritto nel libro, dalla prima sera che ho messo piede a Rombo, ho raccolto su carta le mie giornate trascorse, e l’ho fatto in francese, per tenermi allenata con una lingua che stavo ancora imparando. Una volta catapultata di nuovo nella routine frenetica europea ho pensato che avrei dovuto mettere insieme le pagine del mio diario piuttosto che lasciarlo nel dimenticatoio. Cosi, ogni volta che riaffiorava Rombo nei miei ricordi, trascrivevo le pagine dal francese all’italiano, aggiungendo sensazioni che provavo ancora e pian piano è nato Il Rombo della Felicità.
3. Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Che bisognerebbe dare importanza alle cose vere che ognuno di noi ha ma che non sempre vede, che ogni tanto il tempo va fermato per assaporarlo, che la conoscenza di altre culture, altri popoli apre mondi prima sconosciuti e può trasmettere cose belle…e che ognuno nel suo piccolo può rendere felice non solo gli altri ma soprattutto sé stesso.
4. C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
Avrei voluto aggiungere un glossario con le parole masai e magari anche un ultimo capitolo scritto da mia madre su come ha vissuto lei, insieme a mio padre, l’esperienza di una loro figlia.
5. Se Emilia Masia dovesse utilizzare tre aggettivi per definire Il Rombo della felicità, quali userebbe?
Vero, divertente, vibrante.
6. Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Perché chi ha già fatto un’esperienza simile penso possa rivivere in prima persona il viaggio che ho raccontato. Chi invece si è posto sempre la domanda “ma queste persone che partono cosi lontano per fare del volontariato, cosa vanno a fare, quando lo possono fare a casa loro” può invece trovare una risposta a questa sua domanda. E chi è solamente curioso, vivrà un mese alla scoperta di Rombo, del rombo della felicità.
7. Come mai hai deciso che era importante scrivere questa storia? Quando hai avuto la necessità di raccontarla?
Volevo continuare ad aiutare Rombo anche da lontano e non solo nel mio piccolo, quindi ho pensato che condividere la mia esperienza raccontandola e dare il ricavato ai masai avrebbe fatto piacere non solo a loro ma anche ai lettori che si sarebbero sentiti parte di Rombo.
8. Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?
“Milioni di farfalle” di Eben Alexander. Perché è una storia vera di questa vita e della prossima. Perché dà speranza e un senso a questa vita. E perché avrei voluto che mio padre, come tanti altri, potesse vivere allo stesso modo la lotta contro la malattia.
9. Quale libro Emilia Masia non consiglierebbe mai a nessuno?
Nessuno. Ognuno interpreta in modo diverso ogni libro che legge, influenzato o dal genere che più appassiona o dal periodo di vita che sta vivendo e per questo ogni libro è da leggere e nessuno da sconsigliare.
10. Adesso è arrivato il momento per porti da sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
No, non ho mai pensato che avessi potuto scrivere un libro e adesso sto già pensando alla storia da raccontare nel prossimo.