Intervista a Gianluca Giusti
1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro Sono fermo, mi muovo cosa diresti?
Per prima cosa lasciami salutare i lettori del blog e ringraziarti per l’opportunità che mi stai dando. Il riassunto è questo: si tratta di un esperimento letterario. Cosa voglio dire con questo, che ho trasformato quella che poteva essere una sorta di guida turistica, sterile e fine a sé stessa, in un racconto. Il lettore invece di leggere i luoghi, la storia le bontà del luogo messi in fila uno dietro l’altro, li vive, li vede e li assapora immerso una avventura insieme a due strampalati protagonisti, dei quali uno, sono io. Alla fine conoscerà molte cose di Montecatini Terme e dei suoi dintorni, senza la sensazione di aver letto un semplice elenco di cose ma partecipando in prima persona ad un percorso avvincente di una intera settimana, con tanto di finale a sorpresa. Incontrerà dei luoghi incantati, personaggi storici, quelli cittadini, scoprendo così una realtà talmente affascinante da fargli venire la voglia di fare un salto qui o di tornarci se è da un po’ che non passa nei paraggi.
2. Da dove nasce l’ispirazione per quest’opera in cui la verità si fonde con l’immaginazione e in cui la protagonista indiscussa è Montecatini Terme?
Com’è giusto che sia non posso prendermi la paternità di quello che non è mio. L’idea mi è stata suggerita da Silvia Motroni, consigliere comunale e amica personale, che mi ha telefonato chiedendomi di scrivere “qualcosa” sulla città. La difficoltà è stata trasformare quel “qualcosa” in una forma che potesse attirare il lettore per indurlo scoprire le tante meraviglie che la nostra città (pur piccola), è in grado di offrire. Quello che ho scartato da subito, e come già detto, è stata l’opzione, guida turistica. Il problema però è che io sono un saggista e non un romanziere, quindi che fare? L’ispirazione è stata quella di fare un giro particolare tra le nostre strade accompagnato da un Virgilio molto particolare che desse vivacità alla storia. Per dare un’idea al lettore, Wilson, che appunto mi accompagna, ha una particolarità: non lo vede nessuno eccetto me e non parla con nessuno e neanche con me ma posso assicurare che vivacizza molto, dall’inizio alla fine.
La dott.ssa Silvia Motroni, ci tengo a dirlo, mi ha concesso il privilegio di scrivere la prefazione.
3. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il libro? Quale significato non del tutto esplicito vorresti potesse cogliere?
La profondità della nostra città e tutto quello che possiamo offrire agli ospiti che vengono qui. Montecatini è conosciuta principalmente per le acque termali ma c’è tanto, tanto di più. L’intera valle (la Valdinievole) è un insieme di verde, boschi e borghi medioevali. Poi siamo circondati da città famose nel mondo a pochi chilometri da qui come Firenze, Pisa e non solo. Abbiamo la montagna e il mare. Le grotte termali. Ma soprattutto le nostre strade e il colle di Montecatini Alto, magari di notte, quando è illuminato e ben visibile dalla nostra piazza centrale.
4. Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire il tuo scritto, quali useresti?
Ironico, leggero, mai banale.
5. Perché credi che si debba leggere il tuo libro?
Perché è una storia leggera, che scorre fluida e ti acchiappa pagina dopo pagina per capire finalmente come andrà a finire. In Sono fermo, mi muovo non c’è nessuno che muore o soffre. Neanche un ferito per sbaglio. Il dolore è bandito. Solo piacere.
6. Da dove nasce la passione per la scrittura di Gianluca Giusti?
Come dicevo prima, nasco come saggista e nei miei libri precedenti, a parte Cuba Istruzioni per l’uso, ho cercato di sfatare determinati miti legati al paranormale e a presunti ma mai dimostrati, poteri della mente. La passione è nata proprio nel voler dimostrare che per essere scettici su certi argomenti non serve essere dei massimi esperti o scienziati, basta solo farsi e fare qualche domanda indagatoria in più.
7. Hai nuovi progetti in vista? Stai scrivendo un nuovo romanzo? Puoi anticiparci qualcosa?
Nessuno! Al momento sono in stand by. Ho pubblicato cinque libri in pochi anni e le idee sono, al momento, finite. Non è facile progettare in continuazione. Poi ho un lavoro che devo seguire. Vorrei poter vivere di scrittura ma per ora, non è proprio possibile.
8. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Perché non riesci a vendere così tante copie da diventare scrittore di professione?
Già perché…