Recensione Libro intervista Manuela Micheli autrice del libro “Somnia animae”

Intervista alla scrittrice Manuela Micheli autrice del libro “Somnia animae”.
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1. Per iniziare… raccontaci qualcosa di te, qualcosa che vorresti che i nostri lettori sapessero prima di entrare in contatto con il libro che hai scritto.

Non sono una psicologa ma ho sempre avuto il pallino per la psicologia, da quando al liceo incentrai il mio esame di maturità sul libro “Psicopatologia della Vita Quotidiana” di Freud. Da quel momento è stato amore.

2. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo romanzo “Somnia animae” cosa diresti?

La protagonista del romanzo, Angela, è una ragazza costretta a convivere con disturbi psicosomatici che le condizionano la vita. L’analisi costante di questo disagio la porterà a comprendere quanto le cause del problema non siano da attribuire a sé stessa ma da ricercare in una situazione familiare per nulla sana. Il senso della vicenda è semplice: la nostra vita è costantemente influenzata dagli atteggiamenti altrui e da coloro che prendiamo come riferimento fin dall’infanzia.

3. Da dove nasce l’idea che ti ha spinto a scrivere questo libro che racconta di disagio interiore e di lotta interiore per liberarsi delle proprie paure?

Principalmente dall’osservazione della realtà e dalle considerazioni che mi sono sorpresa a fare al riguardo. Ho riflettuto su me stessa, su quanto io per prima possa avvertire addosso l’influenza delle persone che amo. La mia figura di riferimento mentre scrivevo era l’inetto di Pirandello, anche se poi ho deviato molto da questa. Ho voluto estremizzare, il romanzo porta all’eccesso situazioni ambigue.

4. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a provare leggendo il tuo romanzo?

Disagio. Lo stesso disagio che Angela prova a pelle quando si rende conto di non aver potere sulla propria vita se prima non chiude determinate porte ancora spalancate.

5. Nel tuo libro “Somnia animae” si percepisce da subito una sofferenza che pervade la protagonista. Cosa accade durante il suo percorso di vita che la porta ad affrontare l’evento che ha scatenato la sua infelicità?

Deve prendere delle decisioni adulte, che la porteranno a cambiamenti importanti; ormai ha 21 anni e non può più vivere all’ombra della propria famiglia. Non è una decisione consapevole però, in un primo momento decide di affidarsi a uno psicoterapeuta solo per non dover litigare con la madre.

6. Leggendo la storia che racconti nel tuo romanzo si comprende che un evento del passato può condizionare il futuro. Cosa ti senti di dire a chi si lascia sopraffare da un ricordo doloroso?

I ricordi fanno parte di noi e hanno costruito nel tempo ciò che siamo. Per quanto possano essere dolorosi in un modo o nell’altro ci sono serviti per crescere. Non è però giusto secondo me lasciarsi sopraffare , significherebbe smettere di evolvere.

7. Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?

Su questo non ho mai riflettuto, ma “a caldo” mi viene da rispondere “Cime Tempestose” di Emily Brontë. Ho adorato il modo in cui la scrittrice dipinge la sofferenza del protagonista.

8. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?

“Cinquanta Sfumature di Grigio”, devo ancora capire se sia una storia d’amore venuta male o un libro erotico che tende al tragicomico e di erotico ha proprio poco.

9. Adesso è arrivato il momento per porti da sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…

Per scrivere di problemi mentali devi avere problemi mentali a tua volta?
Io non ho mai detto di essere mentalmente stabile…

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it