Intervista allo scrittore Marco Milani
1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro L’inverno del pesco in fiore cosa diresti?
Una bella storia, che dura un secolo, uno di quei romanzi che restano nel cuore, sulla pelle del lettore per restarci a lungo. Una storia fatta di passioni, di sentimenti, con personaggi indimenticabili che attraversano il tempo e la storia.
2. Si nota che il lavoro di ricerca storica alla base del romanzo è molto profondo: quanto tempo hai impiegato per raccogliere tutto il materiale?
In tutto ho impiegato circa tre anni. E’ stata una bellissima avventura anche perché, da storico quale sono, ho cercato la più assoluta coerenza storica della storia.
3. Nel romanzo si parla del contingente italiano inviato in Cina nel 1900 per sedare la rivolata dei Boxer: un evento storico poco celebrato. Come mai hai deciso di inserirlo nel romanzo?
Perché si tratta di un fatto storico poco conosciuto. Non tanto la rivolta dei Boxer (sulla quale è stato girato anche il film 55 giorni a Pechino) quanto la presenza e l’eroismo dei marinai italiani. Mi piaceva far iniziare la storia lì, anche per ribadire che la natura umana è sempre la stessa, a prescindere dal tempo e dallo spazio.
4. La famiglia “Bondoli” è un microcosmo molto interessante: a chi ti sei ispirato per i personaggi di questa famiglia?
Inevitabilmente in questi casi riaffiorano ricordi, parentele, amicizie e anche quando un personaggio è di pura fantasia, qualcosa che giace in fondo ai nostri ricordi, almeno in parte riemerge sempre. Uno dei segreti del successo del libro è che questi personaggi sono assolutamente credibili, vicini, simili a noi, ci sembra quasi di conoscerli da sempre. In fondo l’uomo, non è cambiato granché da quando ha messo piede sulla terra, per lo meno riguardo la sua natura.
5. Tutti i personaggi sono ben delineati: Stephen King in Misery racconta che possiede uno schedario dei suoi personaggi con tutte le loro caratteristiche. Quale tecnica hai utilizzato per definire così bene ogni singolo personaggio del libro L’inverno del pesco in fiore?
Naturalmente ognuno aveva la sua scheda, ma il delineare così accuratamente e appassionatamente i loro caratteri è dovuto al fatto che dopo tre anni di lavoro pressoché quotidiano, i personaggi li conoscevo davvero, li avevo accanto tutti i giorni, quasi ci parlavo… insomma ho scritto di loro vivendoci assieme per tre lunghi anni.
6. Nel romanzo la famiglia rappresenta quasi l’Italia: reagisce e si modifica agli eventi senza mai soccombere. Come vedi il concetto di famiglia, oggi? La famiglia è ancora un porto sicuro?
La famiglia rimane l’ultimo baluardo in un’era in cui gran parte dei valori sono andati persi. Gli affetti restano la nostra risorsa maggiore, anche quando si tratta di una famiglia come quella dei Bondoli, non sempre esempio di amore e rettitudine. Una società dovrebbe fondarsi e basarsi sulla famiglia, è il nucleo sul quale deve edificarsi qualunque sistema socio-politico.
7. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il libro? Quale significato non del tutto esplicito vorresti potesse cogliere?
La storia strizza l’occhio al concetto dell’homo homini lupus ma senza imporre alcun punto di vista. Mette sul tavolo i fatti, la natura umana e ognuno è libero di riflettere e trarne le proprie, conclusioni. Uno dei temi principali, se non il principale è proprio quello dell’attenta osservazione della natura umana.
8. Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire il tuo romanzo, quali useresti?
Anche se sono di parte… direi avvincente, toccante, indimenticabile.
9. Perché credi che si debba leggere il tuo libro?
Perché compie esattamente il proprio compito. Rapisce, conduce il lettore sui sentieri delle passioni, lo fa sognare e riflettere e una volta chiusa l’ultima pagina ci si rende conto di essere tristi ma anche più ricchi.
10. Da dove nasce la passione di Marco Milani per la scrittura?
A saperlo. Scrivo fin da quando ero piccolo, per una voglia irrefrenabile di raccontare storie a me stesso e agli altri. La fantasia mi ha sempre accompagnato nella mia esistenza e sarebbe stato un peccato relegarla a un mero godimento personale. Quando scrivo viaggio, lontano, in altre ere, in un universo altrimenti non raggiungibile.
11. Hai nuovi progetti in vista? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Di progetti e lavori ne ho diversi. Una piccola anticipazione ve la faccio volentieri. Sto scrivendo un giallo, un thriller (altra mia grande passione) che spero di proporre nella prossima stagione. Vi dico solo che sarà ambientato anche questo nella mia terra, nella bassa Tuscia.
12. Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la vita di Marco Milani conducendolo alla scrittura?
Premesso che quando lo lessi già scrivevo, un libro che mi ha indicato la giusta via è stato senz’altro Il Signore degli Anelli di JRR Tolkjen: fantasia e storia allo stato puro. Lo rileggo ogni tre quattro anni.
13. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Be’, di libri che non mi sono piaciuti ce ne sono, anche più di uno, ma va letto comunque tutto, sempre, anche solo per farsi un’idea di cosa si vuole scrivere e cosa no.
14. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
In realtà questa domanda mi è stata già fatta una volta ma è talmente bella che voglio riproporla: Quale dei personaggi del libro è Marco Milani? C’è un po’ di me in ognuno di loro naturalmente, ma se proprio devo essere sincero credo di avere la passione di Ernestino e la rettitudine di Mario. Mica è poco…