1. Per iniziare… raccontaci qualcosa di te, qualcosa che vorresti che i nostri lettori sapessero prima di entrare in contatto con il libro che hai scritto.
Forse c’è tanto da dire di me, ma per farvi capire che tipo di scrittore e persona sono, racconterò un aneddoto: alle scuole elementari, quando le mie maestre mi richiamavano, spesso non rispondevo, come se non sentissi la loro voce.
Così un giorno dissero ai miei genitori che probabilmente avevo problemi d’udito. In realtà avevo solo la testa tra le nuvole e vagavo in lungo e in largo con l’immaginazione.
Ho da sempre avuto un bisogno quasi fisico di immaginare e fantasticare. Col tempo ho imparato ad incanalare questa necessità nel disegno e nel gioco, ma alla fine mi ha pervaso, e ho dovuto scrivere un libro.
2. Dovendo riassumere in poche righe il senso del libro “Sincronia riflessa” cosa diresti?
Sincronia riflessa mostra e spiega cosa succede affrontando (o non) la vita in diversi modi. Non pretende di dirvi quale sia quello giusto, ma è un umile insegnante che indossa una maschera da intrattenitore, fatta di magia e ingranaggi.
3. Il tuo libro è un fantasy con influenze steampunk, ovvero anacronismi tecnologici inseriti all’interno della storia. Da dove nasce l’idea di utilizzare questo genere e come si è sviluppata la narrazione?
Trovo che le cose più affascinanti siano una spanna più in là di ciò che possiamo raggiungere, perché in questo modo sono abbastanza lontane da farci muovere, ma non da scoraggiarci. Lo steampunk ha esattamente quel tipo di tecnologia: cose semplici come ingranaggi e vapore che si incastrano formando qualcosa di magnifico. Una sorta di “vedo non vedo” del fantastico.
4. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il tuo libro? C’è un messaggio in particolare che vorresti si cogliesse durante la lettura de “Sincronia riflessa”?
Assolutamente sì: godete di ogni singolo istante della vostra vita, perché non avrete indietro quei momenti. È una cosa che sanno tutti, ma sembra che molti si coprano gli occhi, per paura che sia troppo tardi. Rileggete questa frase, poi pensate a voi stessi, poi rileggetela ancora!
5. Perché credi che nei romanzi, soprattutto nel fantasy, si affronti la battaglia tra Bene e Male? Perché riporta i giochi di poteri e la realtà quotidiana?
I buoni vincono sempre, perché la storia la scrivono i vincitori.
Sebbene nel fantasy sia spesso presente la figura di creature o persone puramente malvagie, nella maggior parte dei casi (specialmente nella realtà) si tratta di quanto male si è disposti a fare pur di fare del bene.
Ciò che è presente nei romanzi fantasy è il conflitto. Le etichette di “bene” e “male” sono strumenti per muovere le masse.
6. Cosa ti ha spinto a raccontare questa storia? Ha influito qualcosa del tuo mondo?
Ciò che mi ha spinto a scrivere, come già detto, è stato il bisogno di esternare la mia creatività. Il mio mondo mi ha solo impedito di farlo in altri modi.
7. Quali sono i tuoi progetti futuri legati alla letteratura? Stai scrivendo un altro libro?
Ho già iniziato a scrivere la “traccia” per il seguito di Sincronia riflessa, ma non inizierò il primo capitolo finché non avrò un buon numero di feedback che migliorino il mio stile.
8. Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?
L’Alchimista è stato il primo libro che ho letto con piacere (precedentemente ho letto solo perché ‘obbligato’ dalla scuola). Non è stata una rivoluzione, ma di certo la prima tessera del domino è caduta con quel romanzo.
9. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Non ci sono libri che non consiglierei proprio mai. Anche il peggiore di essi può essere usato come cattivo esempio.
10. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
“Puoi aiutarci a dirigere il film sul tuo libro?”
A parte gli scherzi, la vera domanda sarebbe: come si legge Sincronia riflessa?
La risposta giusta è “Con attenzione, quasi ossessione.”
Mi spiego: se letto distrattamente può essere una bella storia che intrattiene, ma quello è solo un velo che confeziona il vero cuore del romanzo. L’unico modo per cogliere l’ossessiva attenzione ai dettagli che ho avuto nello scrivere, è averne altrettanta nel leggere. E se qualcosa vi sembra fuori posto, come un fiore che spunta da un oceano di ghiaccio, non ignoratelo, chiedetevi perché è lì, qual è il suo significato.